Il problema di “Neon Genesis Evangelion” sta proprio nel doppiaggio

La notizia è ben nota: dopo le ripetute contestazioni da parte dei fan di vecchia data, Netflix ha cancellato brutalmente il nuovo adattamento, a cura di Gualtiero Cannarsi, di un classico degli anime: Neon Genesis Evangelion.

L’arrivo di Neon Genesis Evangelion su Netflix, infatti, ha indignato più di un appassionato per un adattamento che, a detta di tutti o quasi, aveva reso il doppiaggio quasi del tutto incomprensibile. Il tutto si riconduce all’abitudine ed allo stile dello stesso Cannarsi, non nuovo a trovate del genere (sempre contestatissime dai fan, per inciso): adattare in modo da rispettare (a suo dire) lo spirito ed il feeling delle parole originali dell’opera. Scelte personali, insomma, peraltro ben note e messe al bando dai fan, e non da oggi.

Del resto il fanatico “hardcore” non perdona: se prende una posizione netta contro un’opera sarà difficile fargli cambiare idea. Tanto che Netflix l’ha capito, e per non perdere popolarità (ed abbonamenti) ha pensato di rimuovere il doppiaggio, promettendo ai fan di “aggiustarlo” (una scelta del termine a mio avviso terrificante che, a parte sembrare offensivo verso chi aveva fatto – suo malgrado – quel lavoro, denota un inquietante appecoronamento di Netflix ai voleri dei fan, che ricorda vagamente le atmosfere da legge marziale di certi film, nei quali la maggioranza distrugge le minoranze a colpi di machete e mitragliatore facendosi forza esclusivamente sulla mancanza di leggi). Ecco, mi guardo bene dal dire che certi fan siano propriamente fan del nazismo – o meglio, direi che hanno un retaggio culturale da “nerdacchioni” che poi, a conti fatti, sfoderano nel modo più feroce non appena vengono contraddetti. Bello, così: siamo tutti amici  e ci amiamo, ma solo finchè mi dai sempre ragione. Yahoo!

Il problema pero’ è molto diverso, e sta proprio nel doppiaggio e nell’adattamento, secondo me. Il problema di fondo, in sostanza, non è la scelta del doppiaggio “giusto”. Il problema è puntare i piedi, avere la pretesa di avere un adattamento italiano, una traduzione fedele 100% original TRVE MAYHEM, invece di fare come ogni bravo cinefilo (degno di questo nome) dovrebbe: guardare i film in lingua originale, eventualmente sottotitolati (e non credo che nessuno avrebbe nulla da dire PURE sulla qualità dei sottotitoli, si spera).

Mi è capitato di parlare con giornalisti cinematografici competenti secondo cui, ad esempio, il doppiaggio non sarebbe altro che un retaggio fascista di un’epoca (gli anni 20 e 30) in cui il film straniero era visto con sospetto solo perchè tale: non sono completamente d’accordo con questa affermazione, per inciso, ma è per dire che la lingua originale è bella e permette di cogliere sfumature impossibili da rendere in italiano. Provate a vedere Izo di Takashi Miike, ad esempio, sottotitolato e vi renderete conto da soli di quanto sarebbe stato sciocco vederlo doppiato (che mi pare neanche esista, nella nostra lingua). E nel dubbio, ovviamente: a morte lo straniero, zum zum!

E nonostante non mi senta di prendere le difese di Cannarsi, nello specifico, sento di voler dire che si faceva prima a proporre l’opera in lingua originale senza improbabili ed assurdi doppiaggi, che nella storia hanno storpiato e demolito per sempre, nel nostro paese, capolavori del cinema come Monty Python and the Holy Grail o, più di recente, Mad Mad Fury Road.

Il problema è legato ad una questione semplice, ovvero che un film doppiato rende molto di più sul mercato, per cui mettersi a discutere su queste scelte, ad un certo punto, è come discutere sulla scelta grafica del logo della Coca Cola (TM).

Di leultime.info

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