Andata degli Ottavi di Champions League: il punto della seconda giornata. Le partite di oggi

Quattro vittorie esterne in quattro incontri, questo è il sunto dell seconda settimana degli ottavi di Champions League. Martedì 23 si sono giocate le prime due partite Lazio-Bayern Monaco e Atletico Madrid-Chelsea.

Lazio – Bayern Monaco

Non è andata bene alla Lazio, anzi, è andata nel peggior modo immaginabile. Perdere 4 a 1 in casa contro i campioni in carica del Bayern Monaco, pur essendo comunque un risultato pesantissimo, potrebbe anche starci – in fondo, il Barcellona ad agosto, nella semifinale della scorsa Champions, ne prese 8 dai bavaresi –  ma è il come tale risultato è maturato a non essere accettabile. Dopo aver visto la partita e, soprattutto, un secondo tempo in cui, ad esclusione del gol regalato dopo appena due minuti, la Lazio qualcosa di decente, a partire dal gol di Correa, lo ha fatto, è forte il rammarico per aver visto in campo una squadra che la partita non se l’è neanche giocata. Troppe disattenzioni, troppe palle perse, troppe scelte sconsiderate, troppi giocatori generalmente faro della squadra risultati essere assenti ingiustificati nella contesa. Ad eccezione del solo Correa che, oltre al gol, ha provato diverse volte a fare ciò per cui è pagato, cioè attaccare, la formazione di Inzaghi ha messo in campo una prestazione indecifrabile anche perchè, a conti fatti, il Bayern ha sì pressato a tutto campo come suo solito ma non ha spinto neanche troppo, quasi a non voler infierire eccessivamente contro un avversario troppo inferiore in ogni singolo fondamentale tecnico-tattico che costituisce il gioco del calcio.

Quella che si è vista ieri è stata, senza mezze misure, una prestazione da dilettanti e l’1 a 4 rimediato dai tedeschi, ripetiamo, è anche fin troppo magnanimo, soprattutto per quanto visto nel primo tempo. Si inizia dopo appena 8 minuti con uno scellerato retropassaggio di Musacchio – forse diretto a Reina ma il “forse” è d’obbligo sottolinearlo perchè il portiere, incolpevole, si trovava in tutt’altra posizione (tatticamente corretta) rispetto a dove l’argentino ha calibrato il passaggio – che giunge sui piedi di Lewandoski, campione abituato a mettere in rete palloni ben più difficili di questo. 1 a 0 e la Lazio sparisce dal campo, impantanandosi in una sequela di errori da campetto di provincia che un quarto d’ora dopo si tramutano nel secondo gol del giovanissimo Musiala, lasciato solo al limite dell’area con tutto il tempo per scegliere l’angolo, prendere la mira, calibrare la forza del tiro, bere un caffè, leggere le ultime sul calciomercato (che sicuramente lo interessano) e quindi, con tutto il tempo, tirare e segnare. 2 a 0 e Inzaghi azzecca l’unica cosa giusta della partita togliendo il disastroso Musacchio (ancora evidentemente non in forma per partite di questo livello dopo uno stop per infortunio durato oltre un anno e mezzo in cui ha disputato appena 5 incontri di cui solo due da titolare) per Lulic che comunque non brillerà.

Al 42° ennesimo disastro a centrocampo con Leiva e Patric che litigano su un pallone che banale che finisce sui piedi di Coman. L’ex Juve si invola sulla sinistra, entra indisturbato in area, gigioneggia palla al piede qualche istante di troppo, poi tira, Reina respinge, palla sul piede di Sanè, 3 a 0, discorso qualificazione chiuso e tutti a casa. Il problema è che manca ancora un tempo e ci sarà da soffrire altri 45 minuti. Come infatti, al rientro in campo, dopo pochi secondi, Acerbi non riesce a spazzare dall’area un cross non irresistibile proveniente da sinistra e lo insacca nella propria porta: 4 a 0. Da questo punto in poi, il Bayern tira i remi in barca, attento più a non farsi male che a contrastare un avversario troppo molle e disorientato per poter arrecare danno. In realtà, al 49°, un Correa volitivo si inventa un bel gol che gli vale la sufficienza in partita (unico della sua squadra) ma il Bayern preferisce comunque non affondare il colpo, conscio del fatto che questa Lazio 4 gol in quel di Monaco non potrà mai farglieli.

L’esito della partita è un vero peccato: come detto, si poteva perdere e si poteva anche perdere incassando 4 gol. Ma perdere incassando 4 gol del genere, dopo una prestazione del genere, non può essere giustificato, e la colpa è di tutti. Colpa dei giocatori che hanno giocato sottotono la più importante partita da tanti a nni a questa parte quando, nelle ultime stagioni aveva dimostrato di saper affrontare questo tipo di incontri (vedasi la vittoria agevole nell’andata dei gironi contro il Borussia Dortmund e il pareggio nel ritorno in Germania, oppure le buone prestazioni avute contro le migliori squadre della serie A). Colpa dell’allenatore che non è riuscito a motivare a dovere la squadra e a non essere stato in grado di trovare, a partita in corso, le contromisure tattiche e mentali per evitare una tale debacle. Colpa della società che, pur sapendo di dover affrontare dopo tanti anni anche l’impegno di Champions, non ha allestito una squadra con gli opportuni rinforzi, fidandosi troppo di uno zoccolo duro di giocatori che, sicuramente si conoscono bene e hanno giocato ottimi campionati nelle ultime stagioni, ma che hanno bisogno di tirare il fiato ogni tanto e le alternative non possono essere giocatori come Musacchio, sicuramente d’esperienza e indubbie qualità, ma anche reduci da lunghi e gravi infortuni e con pochi minuti nelle gambe. Il ritorno in Germania non sarà altro che una formalità in cui, possibilmente, la Lazio dovrà cercare di evitare un’atra goleada per rispetto della maglia e dei tifosi. Peccato, si poteva e si doveva fare di più.

Atletico Madrid – Chelsea

L’altro incontro della serata è stato il sempre affascinante scontro tra titani, Atletico Madrid – Chelsea, terminato con il punteggio di 1 a 0 per gli ospiti. Non basta Suarez agli spagnoli contro un Chelsea che, pur facendo scendere in campo la seconda squadra, fa la partita e la vince con un gran gol di Giroud servito involontariamente da un retropassaggio da un difensore. Sarà dura al ritorno a Londra per gli uomini di Simeone – forse troppo concentrati sul campionato che stanno dominando – soprattutto se Tuchel dovesse scegliere di far giocare la formazione tipo.

Mercoledì si sono giocati gli ultimi due match: Atalanta-Real Madrid 0:1 e Borussia Monchenglabdach-Manchester City 0:2.

Può recriminare e tanto l’Atalanta che contro un Real Madrid che ormai di “galacticos” non ha più nulla, deve cedere l’intera posta per la grave svista di un arbitro che non ha mai dato l’impressione di capire a che sport stessero giocando i ventidue uomini che spartivano il campo insieme a lui. Anche le telecamere, in alcuni inesorabili primo piano, sottolineavano l’espressione inebetita di chi, pur provenendo da un campionato importante come quello tedesco, non è evidentemente pronto ad arbitrare partite di questa caratura. L’episodio chiave è al diciassettesimo quando, al limite dell’area, Freuler e Vinicius hanno un contrasto di gioco come se ne vedono decine in ogni partite con il brasiliano che ha un controllo palla che lo porta verso l’esterno (il che non lo fa ricadere nei casi di “chiara occasione da gol”) con un difensore atalantino posizionato al centro dell’area davanti ai due contendenti (il che farebbe decadere l’aggravante “non scritta” nel regolamento del fallo da ultimo uomo) che, al massimo, un arbitro severo dopo pochi minuti di gioco avrebbe punito con un giallo. Invece no: il genio teutonico con il fischietto in bocca decide per un cartellino rossa con su scritto “vergogna” in tutte le lingue del mondo. Da quel momento, ovviamente la partita cambia in maniera radicale. Ogni squadra soffre l’inferiorità numerica, ancor di più squadre come l’Atalanta che fanno del gioco “a memoria” frutto di schemi provati e riprovati in allenamento fino allo sfinimento illoro mantra.

Ma i beramaschi forniscono comunque una grande prova d’orgoglio contro un avversario che, nelle condizioni in cui è scesa in campo a causa di innumerevoli infortuni, fa paura solo nel nome altisonante ma che ha dato tutta l’impressione di non essere per nulla superiore all’Atalanta. La partita si gioca così nella metà campo dell’Atalanta con gli spagnoli che non riescono a creare lo straccio di un’occasione degna di questo nome se non a cavallo tra i due tempi quando al 46° della prima frazione, un colpo di testa a seguito di un corner impegna Gollini e poi, al ritorno in campo, un tiro deviato di Modric lambisce il palo alla destra del portiere nerazzurro. Il secondo tempo si tira avanti stancamente con uno sterile possesso palla dei “Galacticos più terrestri che si siano mai visti”, con un’atalanta che tra il 70° e l’80°, constatato il livello infimo della prestazione madridista, si spinge anche a togliere il naso fuori dalla propria metà campo.

La doccia fredda arriva però all’86° quando Mendy, dopo una ventina di irritanti tiri da distanza siderale provati dagli spagnoli che finiscono innoqui nel vuoto della curva dello stadio, finalmente centra la porta e insacca alle spalle di un disattento Gollini tradito da un tiro angolato ma non irresistibile. La partita si chiude con l’immeritato successo di un Real pietoso e alla canna del gas, mentre l’Atalanta ha fatto un’ottima figura promettendo battaglia al ritorno tra tre settimane, consci che a Madrid, con tanti blancos che ritorneranno dagli infortuni, sarà tutta un’altra gara. Che dire dell’arbitro? Beh, Giulio Andreotti una volta disse “a pensar male si fa peccato però ogni tanto ci si azzecca”… che le inopinate scelte del tedesco siano forse state dettate (nel senso letterale del termine, quindi “suggerite”) in virtù dell’ormai scontata eliminazione dalla coppa del Barcellona e dal danno che causerebbe all’audience televisiva l’eliminazione anche dell’altra squadra spagnola? Se a ciò si somma il rigore negato alla Lazio contro il Bayern sull’1 a 0 e quello colossale non dato alla Juve allo scadere dell’andata contro il Porto, le italiane portano a casa il non invidiabile primato di 3 cantonate arbitrali subite con un VAR colpevolmente muto. Strano come il responsabile della Commissione Arbitri della FIFA sia l’italiano Collina, così come il presidente della Commissione Arbitri della UEFA sia l’altro italiano Rosetti… non voglio finire la frase perchè il seguito è evidente e qualche anno fa, nel 2018, il presidente della Juve si era già chiaramente espresso al riguardo… ma, vuoi vedere che, anche in questo caso, “a pensar male si fa peccato però ogni tanto ci si azzecca“?

Borussia Monchenglabdach-Manchester City

L’ultimo match dell’andata degli ottavi ha visto gli ospiti (sulla carta, giocandosi in il match in campo neutro a Budapest) del Manchester City vincere per 2 a 0 contro il Borussia Monchenglabdach, squadra proveniente dallo stesso girone eliminatorio dell’Inter. Il City regola i tedeschi con un gol per tempo di Bernardo Silva e Gabriel Jesus ed entrambe le segnature sono state innescate da due spettacolari assist dell’ex Inter e Juventus Joao Cancelo. Il Borussia, come già visto nei gironi contro l’Inter, è squadra volitiva ma nulla di più e il ritorno sembra essere sostanzialmente una formalità per gli inglesi.

Le coppe di oggi: Milan, Napoli e Roma

Questa sera Milan, Napoli e Roma saranno impegnate nel ritorno dei sedicesimi di Europa League con il seguente programma e messa in onda televisiva:

Dove e quando vedere Napoli – Granada

Napoli-Granada, ore 18:55 (Sky sport Uno, canale 201 del satellite oppure Sky Sport, canale 252 del satellite)

Dove e quando vedere Milan – Stella Rossa

Milan-Stella Rossa, ore 21:00 (In chiaro su TV8 oppure su Sky Sport Uno, canale 201 del o 472 e 478 del digitale terrestre o anche su Sky Sport, canale 252 del digitale terrestre)

Dove e quando vedere Roma – Braga

Roma-Braga, ore 21:00 (Sky Sport Arena, canale 204 del saetllite o Sky Sport, canale 253 del satellite)

Di leultime.info

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