Il punto sulla 26a giornata:

Inter sempre più capolista dopo la vittoria sull’Atalanta. Il Milan e la Juve però non perdono terreno. Buone vittorie anche per Roma e Napoli. In coda il Cagliari prende un punto alla Samp mentre il Crotone schianta il Toro sempre più in crisi. Pari agrodolce per Fiorentina e Parma.

Le partite di sabato:

Spezia – Benevento: 1-1

Lo scontro salvezza che si è giocato al Picco ha visto il dominio in campo della squadra ligure contro un Benevento in profonda crisi di identità e i 5 punti conquistati nelle ultime 10 partite, figli di altrettanti pareggi, ne sono la testimonianza lampante. Ma il calcio è strano e i campani riescono a strappare un punto anche a La Spezia.  Sono proprio i campani ad andare in vantaggio con un bel gol – più trovato che cercato – di Gaich al 24° che si beve Ricci sulla destra e poi beffa Provedel in uscita con un tiro sul primo palo. La ripresa è tutta di marca bianconera che arriva al pari al 71° grazie al gol di Verde che finalizza un infinito batti e ribatti in area Beneventana. Lo Spezia avrebbe meritato i tre punti, ma la traversa per due volte spegne le speranze liguri su altrettanti colpi di testa di Gyasi e Erlic. Se il punto conquistato oggi per entrambe avrà valore lo scopriremo solo leggendo la classifica dopo l’ultima giornata di campionato. Oggi, però, si trovano appaiate a 26 punti e la zona retrocessione è sempre più vicina.

Udinese – Sassuolo: 2-0

L’Udinese ha iniziato il campionato in sordina, ma sulla distanza, grazie ad un calcio semplice ma ordinato ed efficacepredicato da Gotti e ispirato dalla stella De Paul, sta conquistando i punti utili a farle fare un campionato tranquillo in piena metà classifica e, se avesse giocato così anche in autunno, probabilmente starebbe lottando per l’Europa. Il Sassuolo, invece, con una sola vittoria nelle ultime 8 partite, è in una fase involutiva probabilmente dettata più da una forma fisica da ritrovare che da mancanza di idee. La partita è bella e combattuta e alla fine la spunta l’Udinese grazie al gol al 40° di un ritrovato Llorente e al raddoppio allo scadere di Pereyra. Il Sassuolo non demerita, ma oltre alla poca vena degli attaccanti ha dovuto avere a che fare con Musso in una forma degna di un top club.

Juventus – Lazio: 3-1

Entrambe scendono in campo per vincere, senza potersi permettere il lusso di fare troppi calcoli, la Juventus per inseguire il 10° scudetto, la Lazio per restare attaccata al treno Champions. La differenza tra le due squadre si può notare all’ingresso in campo da un singolo “particolare”: Pirlo si può permettere il lusso di dare un turno di riposo a Ronaldo in vista della battaglia di martedì contro il Porto in Champions, Inzaghi, invece, nonostante il drammatico calo fisico di alcuni pilastri della squadra (Immobile ha giocato?) deve fare affidamento sui “soliti”, sopperendo come può alle assenze per infortunio (Radu, Lazzari, Luis Felipe) con rincalzi che – non ce ne vogliano – non sono all’altezza di squadre che puntano in alto. Nonostante tutto, i primi minuti ci mostrano una partita diversa da come avremmo potuto immaginare: una Juve spaesata e molle contro una Lazio vivace e aggressiva. Tant’è che sono proprio i laziali a passare in vantaggio: un Kulusevski sempre più (costosissimo) oggetto misterioso, fa uno scellerato passaggio indietro con cui serve inavvertitamente Correa (il giocatore che da solo, da un mese a questa parte, sta cantando e portando la croce per tutta la squadra) che è freddo davanti al portiere bianconero e lo spiazza con un tiro angolato che vale lo 0 a 1. Per qualche minuto ancora la Juve sembra in bambola ma, piano piano, alzando i ritmi guadagna campo e fiducia e, al 39° Rabiot (altro oggetto misterioso) raccoglie un lancio sulla sinistra, entra in area e fulmina Reina con una bomba sul primo palo. Si va al riposo sull’1 a 1 e al ritorno in campo, prima di sparire dalla partita, la Lazio ha una ghiotta occasione con Milinkovic-Savic che di testa coglie la traversa. Subito dopo sale in cattedra Morata e in tre minuti realizza la doppietta (secondo gol su rigore) che chiude la partita sul 3 a 1. Inutili saranno i cambi di Inzaghi che mette in campo “chi può”, mentre dall’altra parte, Pirlo, fa entrare Ronaldo, Arthur, McKennie, Bonucci e il giovane Di Pardo, ad esclusione dell’ultimo (di cui si dice un gran bene) gli altri quattro si giocherebbero un posto da titolare in tutte le migliori squadre del mondo. Missione compiuta per la Juve che conquista tre ottimi punti e fa risparmiare energie a tanti big in vista dell’imminente sfida di Champions, ennesima battuta d’arresto per una Lazio sempre più in crisi d’ossigeno e di risultati.

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Le parite di domenica:

Roma – Genoa: 1-0

La Roma chiede strada al Genoa per restare aggrappata al treno Champions. Come quasi sempre le è accaduto in questo campionato, anche oggi, contro una squadra di medio-bassa classifica ha fatto bottino pieno, pur senza giocare una partita esagerata. Fonseca fa un po’ di turn over in vista dell’impegno di Europa League contro lo Shakthar di giovedì: torna titolare Smalling mentre vanno in panchina Spinazzola e Mkhitaryan e si rivede, pur senza entrare, il nome di Pastore in distinta, Dzeko assente per infortunio. Pochi cambi invece per la squadra di Ballardini che dopo un lungo periodo positivo, nelle ultime 5 partite ha totalizzato solo tre punti. Ma il Genoa sembra comunque essere la squadra più in forma tra quelle che militano nella parte destra della classifica. Decide l’incontro un imperioso colpo di testa su azione da angolo di Mancini al 24°.

Crotone – Torino: 4-2

Match salvezza ad alto tasso di adrenalina oggi allo Scida. Un Crotone ultimo e quasi disperato contro il Torino, terzultimo e con la formazione falcidiata dalle assenze causa Covid. Partono bene i calabresi che passano su rigore di Simy al 27°. Allo scadere pareggia l’ex di turno Mandragora. Al ritorno in campo è di nuovo Simy a insaccare dopo un lungo batti e ribatti in area: il gigante nigeriano forse non avrà doti tecniche sopraffine ma con la doppietta di oggi arriva a quota dieci gol in stagione. La partita si fa spigolosa e combattuta, ma gli ultimi minuti regalano tre gol in sequenza uno più bello dell’altro. Comincia il pitagorico Reca che da fuori area insacca con un bolide sotto l’incrocio per il gol del 3 a 1. Quattro minuti dopo Sanabria accorcia le distanze con un tiro di rara bellezza che da oltre venti metri va ad insaccarsi esattamente sotto l’incrocio alla sinistra di Cordaz: gol straordinario quanto inutile. Chiude infine i conti Ounas che parte da fondo campo sulla destra, fa fuori uno dopo l’altro in slalom “alla Tomba” quattro difensori torinisti, si accentra e fulmina Sirigu sul palo opposto. Alla fine gli animi si accendono e ne fa le spese Rincon espulso per un fallaccio su Ounas. 4 a 2 per il Crotone e calabresi che respirano: bravo Cosmi a non stravolgere l’impianto tattico di Stroppa e ad infondere fiducia e coraggio ai suoi uomini. Male il Toro, non tanto per il risultato – l’attenuante delle assenze oggi va riconosciuta tutta: Belotti, Bremer, Linetty, N’Koulou, Singo, tutti generalmente titolari –  ma per il fatto che una squadra partita con le sue ambizioni e con il suo organico non può trovarsi al terzultimo posto. Ricordiamo, comunque, che il Toro, oggi con 20 punti, ha due partite da recuperare.

Fiorentina – Parma: 3-3

Altra partita al cardiopalma al Franchi tra due squadre affamate di punti per evitare la B. Il Parma ha la formazione al completo, mentre la Viola deve fare a meno, tra gli altri, di Ribery e Castrovilli. Si gioca senza pausa e senza respiro, vincere è troppo importante e quando le partite si affrontano con questo animo, generalemente, gli errori fioccano: da un errore della difesa parmense nasce il gol dell’1 a 0 per la Fiorentina di Martinez Quarta, lasciato solo ad insaccare in rete su azione d’angolo. Un altro errore di Pulgar che sciovolando in piena area blocca il pallone con le mani, induce l’arbitro a fischiare il rigore trasformato da Kucka ch evale l’1 a 1. E un altro errore clamoroso della difesa parmense (soprttutto del portiere Sepe) regala alla Fiorentina il gol del 2 a 1 realizzato d aMilenkovic. Nella ripresa è il Parma a fare la partita e, prima pareggia con Kurtic e poi, al 90° si porta sul 2 a 3 grazie ad un bel contropiede finalizato da Mihaila. Partita finita? neanche per sogno! al 93° la Viola si porta in attacco alla disperata, Pezzalla crossa in mezzo alla gieca, la palla colpisce il parmense Iacoponi che insacca nella sua porta: 3 a 3, il punto forse non serve a nessuna ma, probabilmente, per la Fiorentina che sta più in alto in classifica un briciolo di utilità in più ce l’ha.

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Verona – Milan: 0-2

Bella partita al Bentegodi. Il Verona gioca come sa, cioè bene, con ordine e, quando può, con fantasia. Il Milan, nonostante le assenze un po’ in tutte la parti del campo (Bennacer, Calhanoglu, Hernandez, Ibrahimovic, Mandzukic, Rebic… insomma, nomi di un certo spessore), ritrova lo spirito che ha avuto fino a metà gennaio quando sembrava una corazzata invincibile e vince con merito contro un avversario mai domo. Dopo una fase di studio con occasioni da ambo le parti, Krunic trova il Jolly con una bellissima punizione che si insacca sul palo più lontano al 27°. Nella ripresa, dopo cinque minuti, Dalot, in una inaspettata sortita offensiva trova un eurogol con un tiro all’incrocio da fuori area. Il Verona prova a riaprire l’incontro ma il Milan ribatte e rilancia colpo su colpo. Ripetiamo, bella partita e bravi tutti i giocatori, anche quelli del Verona, ma un encomio particolare lo merita Kessie, uomo ovunque che, soprattutto quando non c’è in campo Ibrahimovic, diventa il leader assoluto della squadra rossonera correndo e lottando a tutto campo dal primo all’ultimo minuto: 8 in pagella.

Sampdoria – Cagliari: 2-2

Pareggio giusto e combattuto tra Sampdoria e Cagliari. Gli ospiti cercano punti salvezza, la Doria vuole arrivare il prima possibile all’obiettivo minimo della stagione ormai ad un passo. Il Cagliari parte meglio e segna con Joao Pedro (13°gol per lui) all’11°. Il primo tempo si chiude con capovolgimenti di fronte continui ma senza troppe occasioni concrete. Nella ripresa la Sampdoria cambia marcia e assedia a lungo gli ospiti che alla fine capitolano due volte in due minuti, prima con Bereszinski al 78°e poi, all’80°, con Gabbiadini, autore di un gol bellissimo (chissà come sarebbe stata la sua carriera se non fosse stato vittime di infortuni in quantità industriale). Il Cagliari si riversa in avanti alla disperata ricerca del gol del pari e, quando mister Semplici aveva già in mano il giubbotto per tornare mestamente negli spogliatoi, al 95°, Nainggolan azzecca la bomba leggermente deviata che vale il 2 a 2 che, alla fine, è il risultato più giusto.

Napoli – Bologna: 3-1

Segni di ripresa da parte del Napoli che, grazie al ritorno in campo a tempo pieno di Mertens (non brillantissimo ma la sua presenza si fa comunque sentire) alternato ad inzio ripresa con l’oggetto misterioso Osimhen, sembra ricominciare a trovare gli spazi e la velocità di manovra idnispensabili all’idea di calcio di Gattuso. Il Bologna, dal canto su, pur uscendo sconfitto dal match del “Maradona”, ha fatto una prova di sostanza e qualità che, se gli episodi fossero girati diversamente, avrebbero potuto disegnare un tabellino differente. La differenza vera in campo ieri l’ha fatta un Insigne in stato di grazia, autore di una bellissima doppietta, che sta ritrovando serenità e gamba. é proprio del capitano degli azzurri la prima rete: Zielinski (il migliore dei suoi negli ultimi due mesi) all’8°, innesca il folletto partenopeo che, dal limite dell’area, fa partire un preciso rasoterra all’angolino basso alla sinistra di Skorupski che resta di sasso. 1 a 0 e la partita si accende. Il Bologna ci prova e coglie un palo con Skov Olsen al 19° e, poco dopo, Ospina deve inventarsi un prodigio per disinnescare il colpo di testa a botta sicura dell’immortale Palacio. Il secondo tempo si apre con un gol annullato a Palacio che intercetta fallosamente un rinvio di Ospina. Le azioni si alternano in un match vibrante. Poi, al 65°, il solito Zielinski lancia Osimhen in campo aperto: quando al nigeriano si lasciano spazi diventa imprendibile e, infatti, realizza il gol del raddoppio. Otto minuti dopo il Bologna accorcia con l’ennesimo gol di Suriano in formato “nazionale”. Ma è sempre Insigne a chiudere la contesa, tre minuti dopo, con un tiro da fuiori area. Il Napoli ottiene la posta piena e non perde di vista la zona Champions, il Bologna prende solo i complimenti ma resta al palo in una posizione di classifica comunque tranquilla.

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La partita di lunedì:

Inter – Atalanta: 1-0

Partita maschia, dura, combattuta su ogni singolo pallone. Insomma, la partita che ci si aspettava tra due delle migliori protagoniste della serie A. Le azioni latitano ma, complice i moduli speculari e la necessita di vincere che anima entrambe (soprattutto i due allenatori) ogni secondo di partita si vive con la sensazione del pericolo imminente che, materializzandosi,  cambierà le sorti del match. Come spesso accade in partite simili, a decidere il risultato non può essere che una palla da fermo e, infatti, al 54°, Skriniar sbroglia una mischia in area a seguito di un corner e insacca all’angolino basso dove Mirante non può arrivare. Da quel  momento la partita diventa un assedio dell’Atalanta all’area di Handanovic che, per la verità, non è mai impegnato in interventi straordinari perchè i tre uomini straordinari sono davanti a lui e si chiamano Skriniar, De Vrji e Bastoni. Dove non arrivano loro ci pensa l’onnipresente Bastoni e tutto il resto della squadra, a cominciare da Lukako, non disdegna di aiutare in copertura. Una vittoria da squadra che vuole vincere e che è costruita per vincere e, dopo di oggi, può iniziare a pensare davvero in grande, forte di un vantaggio di 6 punti sul Milan e 10 sulla Juventus (che ha una partita in meno). L’Atalanta non ha nulla da ricriminare, ha fatto la partita che doveva fare e ha perso solo per un episodio che con un po’ di fortuna poteva capitare anche a lei: la strada è quella giusta, se solo Gasperini trovasse il modo di non far cadere la squadra in periodi opachi a metà stagione, forse la parola “scudetto” potrebbe non essere solo un’utopia.

Classifica:

Inter 62
Milan 56
Juventus 52*
Roma 50
Atalanta 49
Napoli 47*
Lazio 43*
Verona 38
Sassuolo 36*
Udinese 32
Sampdoria 32
Bologna 28
Genoa 27
Fiorentina 26
Spezia 26
Benevento 26
Cagliari 22
Torino 20**
Parma 16
Crotone 15

Prossimo turno – 27a giornata:

Lazio – Crotone (venerdì 12/03/2021 ore 15:00)

Atalanta – Spezia (venerdì 12/03/2021 ore 20:45)

Sassuolo – Verona (sabato 13/03/2021 ore 15:00)

Benevento – Fiorentina (sabato 13/03/2021 ore 18:00)

Genoa – Udinese (sabato 13/03/2021 ore 20:45)

Bologna – Sampdoria (domenica 14/03/2021 ore 12:30)

Parma – Roma (domenica 14/03/2021 ore 15:00)

Torino – Inter (domenica 14/03/2021 ore 15:00)

Cagliari – Juventus (domenica 14/03/2021 ore 18:00)

Milan – Napoli (domenica 14/03/2021 ore 20:45)

 

 

Di leultime.info

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