Ritrovato frammento ritenuto perso di un manoscritto del dodicesimo secolo

Un frammento di un poema francese del XII secolo che si credeva perduto è stato trovato da un’accademica nella Bodleian Library di Oxford. La dottoressa Tamara Atkin della Queen Mary University di Londra stava effettuando ricerche sul riutilizzo dei libri durante il XVI secolo, quando sarebbe imbattuta nel frammento dell’Assedio d’Orange, finora perduto, nella rilegatura di un libro pubblicato nel 1528. Atkin ha anche trovato un frammento di pergamena dal Roman de Tristan di Béroul, che racconta parte della storia di Tristano e Isotta, nello stesso libro. Il poema del XII secolo è una delle prime versioni del romanzo medievale, e fino ad ora l’unica prova della sua esistenza era un manoscritto incompleto del XIII secolo nella Bibliothèque Nationale de France. Il frammento trovato dalla Atkin differirebbe significativamente, da quello che sappiamo, dal manoscritto, e mostrerebbe che la poesia ha avuto una diffusione più ampia di quanto si pensasse in precedenza.

Il frammento ha solo 47 versi, ma dimostra l’esistenza di una poesia che si pensava fosse completamente perduta. Il poema è ambientato nel IX secolo, durante il regno di Ludovico il Pio, figlio ed erede di Carlo Magno. Atkin ha affermato che mentre si ritiene che sia stato composto alla fine del XII secolo, il frammento stesso proviene da una copia realizzata in Inghilterra alla fine del XIII secolo.

“Il li demande coment se contient il? / Mauuoisement li quiens Bertram ad dit / Tun frere n’ad ne pain ne ble ne vin / Garison nule dont il puisse garir / Mais ke de sang li lessai plein Bacin,”

riporta una prima sezione del frammento, che Philip Bennett, un esperto di Guillaume d’Orange dell’Università di Edimburgo, ha tradotto come:

“Gli chiede: ‘Come va con lui?’ / ‘Male,’ disse il conte Bertram . / ‘Tuo fratello non ha né pane né grano né vino; / Non ha provviste per salvarsi, / Salvo una bacinella di sangue, che gli ho lasciato.’”

È straordinariamente emozionante, ha dichiarato la studiosa, scoprire qualcosa che è stato perso per tutto questo tempo, ma penso che valga anche la pena di sostenere contemporaneamente il pensiero che in realtà, l’unica ragione per cui questi frammenti sono sopravvissuti è perché a un certo punto qualcuno ha pensato che i manoscritti fossero nient’altro che uno spreco. C’è una sorta di autentica tensione in questo, penso.

Di leultime.info

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