Recensioni hosting sul web: possiamo fidarci davvero?

In rete spopolano i siti web che, ogni giorno, propongono recensioni di servizi di hosting: da molto tempo questi servizi vengono utilizzati per aiutare i webmaster a decidere quale servizio di hosting comprare, ed in molti casi possono essere davvero molto utili e funzionali. Non c’è dubbio, del resto, che funzionino davvero in questi termini: io stesso, ad esempio, da blogger appassionato e sempre alla ricerca della migliore e più facile tecnologia per gestire il mio sito, ho sempre fatto molta attenzione alla scelta del servizio, e questi siti di recensioni aiutano. Ma c’è un dubbio che da tempo mi sta tormentando: posso fidarmi davvero di quello che dicono?

Come funzionano i siti di recensioni di hosting?

In linea di massima, questi siti (e parlo sia di portali specialistici come HostingAdvice, Trovalost che di generalisti come TrustPilot) ricevono delle recensioni dagli utenti per ogni servizio, e poi tendono a mostrare quelli con maggior numero di voti: sulla carta sarebbe un’idea molto semplice ed efficace. La maggioranza vince, in modo anche democratico se vogliamo, ma c’è un problema di fondo che – per dire – anche una persona di mia conoscenza, webmaster che ha creato uno di questi portali e che ora si è in parte “pentito” di averlo fatto (succede, quando non sei onesto con te stesso e con gli altri), da quello che mi dice, mi ha confermato esistere. Il problema è essenzialmente questo: la maggioranza di questi siti non riporta recensioni verificate. Cioè, alla fine, chiunque potrebbe votarsi in massa le recensioni che desidera mettere maggiormente in mostra, e potrebbe farlo senza che l’utente e Google si accorgano che quelle recensioni sono completamente fake. Se oggi andate a cercare migliori hosting, ad esempio, si tratta di una classica query di ricerca che è stata piuttosto manipolata: manipolata da chi aveva l’interessa a non far sapere la verità alle persone, in sostanza. E la verità è che la maggiorparte dei servizi di hosting usa questi portali semplicemente per farsi pubblicità, fregandosene della realtà delle cose.

Incuriosito e stimolato da questi primi spunti, sono andato ad indagare. La maggioranza di questi siti non ha neanche i contatti in bella vista, e quando ce l’ha non riporta neanche il nome della persona o della società che li gestisce. Bel biglietto da visita, per un sito che poi ti propone l’acquisto di servizi mediante link di affiliazione: ecco, qui si arriva alla nota davvero dolente, secondo me. Se questi siti propongono i “migliori VPS”, ad esempio, è quasi sicuro che prenderanno delle commissioni in percentuale sugli acquisti: un modello di business lecito, di per sè, ma che poi nella pratica finisce per mostrare evidenti limiti – a meno che uno non faccia come TrustPilot che lavora su un modello economico diverso, e non vende recensioni, almeno non sulla carta.

Dicevo prima che è difficile contattare i proprietari di questi siti, oggetti misteriosi del web e forte fonte di guadagno per loro, che tipicamente non rispondevano alle mie domande di saperne di più. Qualcuno pero’ ha risposto: parlando col proprietario di uno di questi siti di recensioni, ad esempio, mi ha confessato che in più occasioni ha dovuto letteralmente bannare web hosting che si auto-votavano sfruttando meccanismi poco ortodossi: non è voluto entrare nei dettagli e mi ha chiesto di non dire troppo nell’articolo, per evitare facili emulazioni, ma dice anche che molti hosting sono abbastanza preparati tecnicamente da riuscire ad aggirare i controlli antispam che pur questi siti, alla fine, inseriscono. Quindi un modo per manipolare questi siti esiste, per non parlare del più spudoratodi tutti: pagare per apparire in prima pagina, una pratica (detta “compra-vendita di link“) che praticamente il 90% del web attuale fa sottobanco, alla faccia della trasparenza.

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Non voglio infierire e fare gentismo, sia chiaro, pero’ da tempo ho l’impressione che questi siti siano un po’ poco affidabili, sia quando riportano recensioni entusiastiche che quando riportano recensioni negative. E le persone, alla fine, non sanno davvero più di chi o di cosa fidarsi.

Di leultime.info

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