Forse Romero e Carpenter nel 2051 saranno osannati come nuovi dei o saranno quantomeno capiti meglio: sta di fatto che gli scenari apocalittici che descrivevano fanno riflettere o sorridere, ma c’è la possibilità che siano reali nel prossimo futuro? Ci stiamo avvicinando alla fine del mondo senza saperlo? L’analisi viene fuori da un articolo scientifico, il che renderebbe il tutto impeccabilmente credibile – o forse no?
L’analisi è apparsa sul sito del Breakthrough National Centre for Climate Restoration — un centro di ricerca e innovazione a Melbourne — il quale descrive il cambiamento climatico come “una minaccia su breve-medio termine all’esistenza della civiltà umana” e delinea uno scenario apocalittico a cui, se continuiamo a fare finta di niente, è ben plausibile che (secondo gli autori) arriveremo alla fine di tutto nel giro di 30 anni al massimo.
Lo studio è stato realizzato da David Spratt e Ian Dunlop, personaggi noti nell’ambiente della produzione di petrolio (il secondo) e dello studio del cambiamento climatico (il primo). L’ennesima analisi delle conseguenze del cambiamento climatico è stata pertanto sottoscritta da un ex dirigente dell’industria dei combustibili fossili e da un ex capo della Difesa Australiana. Le premesse servono a dimostrare una tesi importante, al di là del tono catastrofico dell’articolo stesso: ovvero che sia necessario adeguare l’industria, in fretta, ad essere ad emissioni zero, cosa in parte possibile sfruttando le moderne tecnologie disponibili sul mercato. Un invito che, se snobbato, potrebbe portare secondo gli autori a conseguenze devastanti per il nostro pianeta.
Stando a quanto scritto nell’articolo, in particolare, a pagina 6 del report (disponibile qui in lingua inglese, in italiano non è stato tradotto), si legge un qualcosa di molto adatto a film quali Zombi di G. Romero:
RISCHIO PER L’ESISTENZA UMANA
[…] È molto probabile che la civiltà umana finirà’ nel 2050
L’articolo evidenzia la refrattarietà della scienza e della comunità scientifica a trattare seriamente questo argomento (SCIENTIFIC RETICENCE): gombloddo?
Stando al report, tuttavia, esiste un unico modo per salvare il mondo senza essere S.D. Bob Plissken: l’unico modo per evitare questo scenario e tutti i rischi del caso è quello di una sana “mobilitazione di emergenza simile per proporzioni a quella della Seconda Guerra Mondiale” — ma, questa volta, concentrata a costruire rapidamente un sistema industriale a zero emissioni per avviare il ripristino di un clima sicuro.
È difficile valutare la credibilità dell’analisi, e pur senza essere Donald Trump (una delle 1604 persone al massimo che, sulla terra, credono ignobilmente che il surriscaldamento globale sia una cazzata) – non vorrei sembrare cinico, diciamo, ma questa pubblicazione è stata messa su un dominio su Wix.com, il portale per creare il sito gratis senza chiamare mio cuggino bravo col computer. Bhe, non è che questo invalidi lo studio, ma certo non è un grandissimo sinonimo di serietà. Un’analisi drammatica dello scenario che porterà al collasso la civiltà umana nei prossimi decenni per via del cambiamento climatico è stata validata da un ex capo della Difesa Australiana e comandante della marina reale, e pubblicano su Wix? Peraltro le riviste che hanno pubblicato il paper non sembrano proprio autorevolissime, anche se – ovviamente – il senso dell’articolo deve essere più un monito per la politica e l’economia, che altro.
L’articolo sembra credibile, non è probabilmente un articolo scientifico a livello di uno che spieghi la relatività ristretta, e sicuramente ha dei nobili intenti – e forse pero’ non andrebbe chiamato articolo scientifico. La cosa peggiore è che (anche ammesso che la revisione scientifica in doppio cieco non sia stata troppo trasparente come traspare dall’analisi dei risultati del web sull’argomento)
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