Quelle forme sono inequivocabili: mele, fragole, pere, meloni. E prima che qualcuno si lasci suggestionare da improprie immagini erotiche (perchè non è proprio il caso, questa volta), ci piacerebbe invece parlarvi di Konagai.
A dirla tutta, ci sono delle specifiche importanti da fare: 小長井町 o Konagai-chō era una città giapponese nei pressi di Nagasaki, dalle dimensione piuttosto contenute (circa 6000 persone anagrafate, in totale); oggi Konagai è inglobata all’interno di altre quattro località, diventando una città “espansa” dal nome Isahaya, che include Tarami, Moriyama, Iimori, Takaki e, per l’appunto, Konagai. Una volta che abbiamo localizzato correttamente Konagai (non Kongai, come è capitato più volte di leggere sul web), vi raccontiamo una storia che secondo noi merita di essere approfondita. È una storia indimenticabile di fermate dell’autobus a forma di quattro tipi di frutti.
Il tutto, in prima istanza, sembra confermare l’utilizzo “simpatico” – e certamente avanti anni luce rispetto all’Europa – che i nipponici fanno abitualmente dei mezzi pubblici, e degli annessi e connessi relativi ai trasporti. I giapponesi utilizzano molto spesso treni e autobus locali, il che è assodato ed evidente dalle stime ufficiali del Governo che rende agevoli gli spostamenti davvero per chiunque. Del resto, se vi capita di andare in Giappone potete muovervi – probabilmente già da quest’anno se con la diffusione del vaccino riprenderemo a vivere come prima – anche se non sapete leggere gli ideogrammi (le indicazioni sono in almeno bilingue – giapponese e inglese – ma talvolta anche in 4 o 5 lingue differenti).
E se vi annoiano le vetuste e poco curate fermate nostrane, che spesso evocano al massimo le paure modello I guerrieri della notte, ecco che si arriva al clou: nell’attuale Isahaya troverete queste fermate qui. Le prime foto erano abbastanza vecchie, ma quelle che abbiamo trovato risalgono orientativamente a massimo un anno e mezzo fa (la cosa è confermata dai visitatori su Tripadvisor).
Veramente una meraviglia, secondo noi: vale la pena di andare in Giappone anche solo per questo? Onestamente non ne abbiamo idea, ma ci verrebbe da dire che sì, effettivamente ne vale davvero la pena. Entrare in questa zona significa catapultarsi in un mondo quasi surreale, onirico, da fiaba, che – a quanto pare le notizie in merito non sono sempre coerenti – è ispirato all’immaginario di Cenerentola e della famosa carrozza a forma di zucca, ormai celebre anche per la versione a cartone animato della Disney.
A circa 16 km dal centro di Isahaya, di fatto, troverete ben 16 fermate di autobus di questo tipo, specificatamente lungo la Highway 207. Se vi state chiedendo come diavolo gli sia venuto in mente, queste fermate vennero messe in piedi nel lontano 1990, al fine di dare il benvenuto – in modo originale ed innovativo – ai visitatori di una fiera dell’epoca, nota come Journey Exposition e promossa dalla vicina Nagasaki. Ad oggi – le ultime testimonianze pubblicate da turisti che ci sono andati risalgono al 2019 – troviamo 5 diverse forme delle fermate che richiamano rispettivamente la fragola, l’anguria, il melone, l’arancia ed il pomodoro. E voi, quale preferite?
Ci piace pensare che l’area in questione (nota anche come Tokimeki Fruits Basutei Dori), ad esempio, sia stata così progettata per incentivare il consumo di frutta e verdura (il che le farebbe passare come una specie di messaggi subliminali, o quasi), oltre che per il sempre nobile scopo di strappare qualche sorriso ai turisti prossimi. Una cosa è certa: il Sol Levante è ricchissimo di opportunità e cose curiose da vedere e riscoprire, e chissà che a qualcuno nel frattempo non venga la voglia di farsi un bel viaggio in Giappone, magari affidandosi ad un professionista preparato e fuori dagli schemi (ci permettiamo di segnalare, a riguardo, Stefano Longo di VolcanoHub).
A volte un nuovo viaggio, come dicevamo all’inizio, cerca soltanto una buona motivazione per partire: quanto possa essere “buona”, poi, significa a volte vincere complicati meccanismi che devono molto alla nostra naturale pigrizia, a volte, ed alla capacità di vincerla. Siamo abbastanza sicuri che, tra qualche tempo, non sarà così difficile trovare una motivazione per farsi un bel viaggetto. Magari con un amico molto caro che non avete potuto vedere per un po’, o ancora con la persona che amate con cui avete lesinato la compagnia per colpa del Covid.
Anche perché il tempo passa, imperterrito, e su questo ci viene in mente uno splendido aforisma di uno dei massimo esperti di cultura giapponese mai esistiti come Donald Richie. Il quale una volta disse: “il Giappone non considera mai il tempo trascorso assieme come una perdita di tempo, semmai come tempo investito“. Però tutto questo, per cortesia, non andate a scriverlo con un pennarello sulle fermate in questione: i giapponesi potrebbero prenderla piuttosto male!
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