La cosiddetta Goleada è un termine più che altro giornalistico e si manifesta sui campi da gioco quando una squadra o entrambe segnano almeno 4 gol. Quando questa grandinata di gol – che non avviene sovente tra squadre di pari categoria -, si realizza è un avvenimento che fa parlare i tifosi che tessono le lodi dei vincitori e scherniscono i perdenti. Alcune goleade sono una vera e propria onta sulla storia di un club o di una nazionale e della loro intera tifoseria e alcune di esse sono state così clamorose da essere entrate ormai nella memoria storica collettiva non solo calcistica.
In questo pezzo vogliamo proporvi alcune delle partite finite in goleada che più sono rimste sulla bocca degli appassionati del calcio, non tanto per il numero di gol ma per il clamore da esse suscitate, non sarà quindi una classifica delle partite con il risultato più ampio ma tratterermo solo le goleade più significative per la storia del calcio. Per ovvi motivi, ci riferiremo solo a campionati professionistici o, comunque, a match giocati in campionati prestigiosi o in competizioni di carattere internazionale di particolare rilevanza, poichè andare a cercare risultati assurdi in copetizioni dilettantitiche o di seconda fascia sarebbe un esercizio quasi impossibile e probabilmente inutile e poco interessante. Proprio in virtù del fatto che vogliamo concentrare l’attenzione sui campionati professionistici, eviteremo di includere i match antecedenti al 1950 quando anche i campionati più rinomati erano, di fatto, dilettantistici.
Alla fine della carrellata (la goleada più clamorosa la troverete ovviamente al n°10, quindi in fondo all’articolo) vi regaleremo alcune “chicche” sconfinando anche in altre competizioni sportive e nel mondo dilettantistico.
Australia – Samoa Americane: 31-0
Seppur questa partita sia stata giocata tra una nazionale – quella Australiana – composta solo da giocatori professionisti e che ormai da quattro edizioni è una presenza fissa alle fasi finali dei Mondiali, contro una nazionale di dilettanti sconosciuti – quella samoana – provenienti da un arcipelago del Pacifico in cui anche le pietre giocano a rugby (con ottimi risultati internazionali per la verità) e il calcio è visto più che altro come un ripiego per i ragazzi mingherlini, non possiamo esimerci dal menzionarla perchè da essa è scaturito il più rotondo risultato mai palesatosi su un campo di calcio in competizioni ufficiali per nazionali. Il Match si disputò l’11 aprile 2001 a Couff Harbour, in Australia, e terminò con l’incredibile risultato di 31 a 0 per i padroni di casa. Sempre in quella partita, l’australiano Archie Thompson stabilì il record per il maggior numero di reti messe a segno in una partita ufficiale (13). Ad oggi Thompson rimane detentore del solo record per quanto riguarda le competizioni FIFA poichè, nel 2007, il record per quanto riguarda qualunque competizione ufficiale gli è stato soffiato dal cipriota Panagiotis Pontikos che in patria realizzò ben 16 reti in una partita di terza divisione.
https://www.youtube.com/watch?v=0HSQsYL6RO4
Ungheria – El Salvador: 10-1
Quella maturata il 15 giugno del 1982 ai danni della nazionale salvadoregna rappresenta la peggiore sconfitta registratasi nella storia di un Mondiale (o la più larga vittoria, dipende dal punto di vista). Gli ungheresi non ebbero pietà dei centroamericani, sommergendoli con 10 gol, concedendone uno soltanto ai bianco azzurri (e quella rete è ancora oggi l’unica realizzata in una competizione mondiale dai salvadoregni). Ma le sventure della nazionale bianco azzurra non terminarono in Spagna poichè, al rientro in patria – che all’epoca era nel pieno della guerra civile che terminerà solo dieci anni dopo -, rischiarono di essere fucilati per il disonore arrecato alla patria. Eppure, tra le fila della “Selecta” (questo è il nomignolo della squadra di El Salvador) giocava un talento purissimo del calcio di nome Luis Alberto Gonzalez, detto El Magico, il quale subito dopo i Mondiali non si mosse dalla Spagna poichè venne acquistato dal Cadice, squadra di prima divisione. Di lui il grande Maradona ebbe a dire: “Provavamo a imitarlo ma era impossibile, era unico, uno dei migliori della storia”. Se lo ha detto Maradona gli crediamo, anche se di lui si ricordano più le avventure galanti con donne bellissime che i risultati sul campo da gioco. Per quanto riguarda l’Ungheria, a tutt’oggi è l’unica squadra ad essere riuscita a segnare 10 gol in una fase finale dei Mondiali. Seppur nel match siano state realizzate ben 11 reti complessive, il record di gol realizzati in una partita delle fasi finali dei Mondiali spetta a Svizzera-Austria nei quarti di finale del torneo del ’54, terminata 7-5 per gli elvetici.
PSV Eindhoven – Feyenoord: 10-0
Il 10 a 0 con cui il PSV Eindhoven ha schiantato il Feyenord il 24 ottobre del 2010 è il risultato con maggiore scarto tra due squadre che hanno in bacheca una Coppa dei Campioni/Champions League (oltre al trofeo continentale più prestigioso il Feyenoord ha vinto due Coppe UEFA mentre il PSV una). La partita, seppur giocata con la formazione tipo da entrambe le squadre, venne condizionata dall’espulsione di Leerdam al 34°, da quel momento il Feyenoord uscì completamente dal campo tanto che nella ripresa incassò ben 8 dei 10 gol totali. Difficilmente la squadra di Rotterdam riuscirà a lavare l’onta subita contro gli acerrimi rivali di Eindhoven ma, a parziale consolazione, mesi dopo, nel match di ritorno, si imposero per 3 a 1.
Pescara – Juventus: 5-1
Forse questa partita non ha la rinomanza internazionale delle altre, ma nel nostro campionato rappresenta un caso quasi unico poichè mai una delle grandi “corazzate” storiche del calcio italiano aveva subito un passivo così pesante contro una squadra di bassa classifica, tra l’altro già retrocessa. Il Pescara, in quella stagione, aveva già fatto l’abitudine ai 5 gol: ma a prenderli più che a farli! Infatti aveva perso 5 a 4 contro il Milan, 5 a 3 contro l’Ancona e 5 a 2 contro l’Udinese. La Juve invece, sebbene si fosse resa protagonista di un campionato in sordina chiuso al quarto posto, il 19 maggio si era aggiudicata la terza Coppa UEFA della sua storia vincendo nella doppia finale il Borussia Dortmund. Del 5 a 1 abbruzzese resteranno agli annali la doppietta di quel Max Allegri che, venti anni dopo, diventerà l’allenatore pluricampione della Juventus due volte finalista (perdente) di Champions, il meraviglioso gol in rovesciata di Borgonovo e il gol di Antonio Martorella che in quella partita realizzò la sua prima e unica reta in serie A ma che, 19 anni dopo, scendendo di categoria in categoria fino a giocare in tutti i campionati professionistici e dilettantistici, si aggiudicò la palma di primo calciatore ad aver segnato in ogni categoria del calcio italiano.
Charlton Athletic – Huddesfield Town: 7-6
La partita che vogliamo ricordare ora, risalente al 21 dicembre 1957, non ha il prestigio di una competizione internazionale – stiamo parlando di un match di seconda divisione inglese – né, in termini di classifica ha significato molto per le due contendenti che resteranno entrambe nella medesima categoria (seppur al Charlton sfuggì la promozione per un solo punto). Ma abbiamo scelto di inserirla nella nostra classifica delle 10 più clamorose goleade della storia per il modo in cui è maturata. In un’epoca in cui non era ancora possibile effettuare sostituzioni nelle partite di calcio, il capitano del Charlton, Derek Ufton, subì un infortunio alla spalla che lo costrinse al ricovero in ospedale e a lasciare la squadra in 10 già dal 17° minuto. L’Huddersfield approfittò dell’inferiorità numerica dei padroni di casa e si portò sul 2 a 0. Al rientro in campo dopo l’intervallo il Charlton accorciò subito le distanze ma, subito dopo, gli ospiti realizzarono altre 3 reti. Al 62° il tabellino segnava impietosamente Charlton 1 Huddersfield 5. Ma la squadra di casa, con uno scatto d’orgoglio, dal 63° al’81° realizzò ben 5 reti, portandosi sul 6 a 5 nonostante l’uomo in meno. All’86° la doccia fredda si materializzò con il pareggio dell’Huddersfield. Ma i locali avevano ormai capito che quello era il loro giorno di gloria e qualla era la partita che lo avrebbe fatti restare nella storia, non si accontentarono del pareggio e attaccarono a spron battuto sotto il diluvio incessante che aveva trasformato il campo da gioco in un pantano. Come nel più classico dei film, all’ultimo minuto, Ryan segnò il gol del 7 a 6 e quella partita diventò leggenda.
Barcellona – Paris Saint Germain: 6-1
Tornando a tempi più recenti: come dimenticare il 6 a 1 che il Barcellona inflisse al Paris Saint Germain nel ritorno degli ottavi di finale di Champion League del 2017, dopo aver perso l’andata a Parigi per 4 a 0? Mai nessuno era riuscito a ribaltare un passivo di 4 gol subii all’andata ma il Barcellona di Messi non è mai stato “nessuno”. Partenza lampo per i blaugrana che segnano con Suarez alla prima azione poi, sul finire della prima frazione, arriva il raddoppio di Iniesta. Il tempo di un tè caldo e il Barcellona, in apertura di ripresa, realizza con Messi il gol del 3 a 0. Ora al Barça servirebbe un solo gol per pareggiare i conti e andare ai supplementari. Ma il PSG, fino a quel momento completamente annichilito dai catalani, si sveglia e prima prende un palo con Cavani e poi è lo stesso uruguaiano a realizzare il gol del 3 a 1. A questo punto sembra finita, la stanchezza inizia a farsi sentire e il Barcellona dovrebbe realizzare tre reti per passare il turno (se anche ne realizzasse 2 il totale di 5 a 5 qualificherebbe il PSG in virtù del gol segnato in trasferta). Ma nulla è impossibile per una squadra di marziani e gli ultimi 8 minuti della partita ne saranno la dimostrazione lampante.
Al 43°, infatti, Neymar realizza il gol del 4 a 1 e, due minuti più tardi, un rigore di Messi porta il risultato sul 5 a 1. Ora al Barça serve un solo gol nei 6 minuti di recupero restanti. Il destino ha stabilito che ad entrare nella storia debba essere il neo entrato (e fino ad allora quasi sconosciuto) Sergi Roberto che, raccogliendo un pallone buttato in area alla disperata, lo insacca per il 6 a 1 finale. La partita passerà alla storia per la caratura dell’impresa, anche se il Barcellona non supererà il turno seguente quando la Roma, in una sorta di scena già vista ma a campi invertiti, ribalterà il 4 a 1 del Camp Nou vincendo per 3 a 0 all’Olimpico, qualificandosi per la semifinale poi persa contro il Liverpool che si aggiudicherà la Coppa dalle grandi orecchie.
Italia – Germania: 4-3
Una tra le partite più iconiche della storia del calcio. In Italia ancora oggi se ne parla come se fosse stata una finale vinta, quando invece era “solo” un incontro di semifinale del Mondiale di Messico ’70, poi vinto dal Brasile di Pelè che in finale ci rifilò un’altra goleada: 4 a 1. Ma il match del 17 giugno 1970 è comunque ricordata come “la partita del secolo” e una targa apposta alle tribune dello Stadio Azteca di Città del Messico la commemora ad imperitura memoria.
Il motivo del mito che ancora ammanta questa partita va ricercato nei pirotecnici tempi supplementari che la contraddistinsero. I 90 minuti regolamentari, infatti, si erano chiusi sul risultato di 1 a 1 dopo che, all’ultimo minuto, Schnellinger aveva pareggiato il vantaggio di Boninsegna dell’8° minuto di gioco. i tempi supplementari invece regalarono una girandola di 5 indimenticabili gol che sancirono il risultato finale di 4 a 3. La partita, oltre ad aver ispirato un film, è considerata una sorta di spartiacque culturale italiano tra gli anni della ricostruzione post-bellica e gli anni settanta.
Spagna – Olanda: 1-5
La vendetta, si sa, è un piatto che va servito freddo e gli olandesi ebbero molta pazienza, aspettando ben 4 anni, ma alla fine la sconfitta nell’ultimo atto del Mondiale di 4 anni prima in Sudafrica venne fatta pagare a caro prezzo dagli Orange con un sonoro 1-5 contro i Diavoli Rossi, campioni in carica e dominatori incontrastati del calcio di quegli anni, in cui vinsero consecutivamente due Europei ed un Campionato del Mondo. Il caso volle che le due finaliste dell’ultima edizione del Campionato del Mondo, si ritrovassero nello stesso girone eliminatorio nel Mondiale brasiliano. Dopo un primo tempo equilibrato terminato sull’1 a 1, nella ripresa gli olandesi dilagarono con altre 4 reti. Gli spagnoli, perdendo anche il match successivo contro il Cile, abbandonarono subito il sogno di bissare il successo ottenuto in terra d’Africa. L’Olanda, dal canto suo, arrivò fino alle semifinali, venendo eliminata dall’Argentina (che poi perse il titolo contro la Germania) e nella finalina per il terzo posto, distrusse per 3 a 0 i padroni di casa già fiaccati nel morale dalla semifinale persa contro i tedeschi (di cui parleremo tra pochissimo).
Bayern Monaco – Barcellona: 8-2
A causa della pandemia da Covid-19, la Champions League 2019-20 (così come l’Europa League), ha visto svolgersi le fasi finali ad eliminazione diretta nell’inedita modalità della gara unica da giocarsi in Portogallo. I quarti di finale videro contrapporsi due tra le più blasonate squadre del panorama calcistico mondiale: Bayern Monaco e Barcellona. Nonostante le attese pronosticassero un incontro equilibrato e giocato sul filo del risultato, la realtà fu ben diversa. I bavaresi macellarono i catalani sommergendoli con 8 gol, in quella che è la peggiore umiliazione mai subita dalla formazione blaugrana. I postumi della sconfitta si fanno sentire ancora oggi dalle parti del Camp Nou dove la squadra – eliminata dalla Champions agli ottavi dal PSG che, a sua volta ha vendicato la disfatta di 4 anni fa di cui abbiamo parlato poco sopra -, sembra essere sempre più in crisi d’identità, di risultati (anche se i giochi per lo scudetto sono ancora aperti) e – cosa non irrilevante – economica. Dopo la disfatta contro il Bayern – che poi andò a vincere la coppa nella finale contro il PSG – lo stesso Messi paventò un clamoroso abbandono della squadra che lo aveva accolto sin da piccolo ma, a distanza di un anno, sembra proprio che per il Barça un ciclo durato quasi venti anni sia giunto ormai al temine.
https://www.youtube.com/watch?v=ZUHcTv-CrCU
Germania – Brasile: 7-1
Nell’elenco dei risultati più clamorosi e imprevedibili di sempre questo non può non occupare la prima posizione. Dato il blasone e la qualità di entrambe le squadre, il pronostico di una simile partita è aperto come per poche altre ma un risultato di 7 a 1 per la Germania contro i padroni di casa del Brasile – che sognavano di raggiungere la finale per vincere la Coppa del Mondo davanti al proprio pubblico, a riscattare la finale casalinga persa contro l’Uruguay nell’altra edizione ospitata dai carioca nel lontano 1950 – era un risultato davvero poco prevedibile. Invece, dopo appena mezz’ora – tra la costernazione del pubblico sugli sfalti e lo sbigottimento dei telespettatori di mezzo mondo – i tedeschi erano già in vantaggio per 5 a 0, dando l’impressione di poter realizzare un gol ad ogni azione. Alla fine il match terminò 7 a 1 ma la sensazione fu che nel secondo tempo i tedeschi si siano letteralmente fermati per riposarsi in vista della finale ormai in cassaforte e non infierire troppo sugli ormai affranti giocatori di casa. La Germania in finale domò l’Argentina in una gara ben più combattuta, aggiudicandosi la quarta coppa della sua storia. Il Brasile, invece, uscì dal campo demoralizzato e ridimensionato e, da allora, non ha mai più dato l’impressione di essere una squadra di primissima fascia come era sempre stata considerata da un secolo a questa parte.
Altri risultati curiosi e clamorosi dal calcio e da altri sport
Norvegia U20 – Honduras U20: 12-0
Questo match tra due formazioni Under 20 giocato nella fase finale del mondiale di categoria del 2019 ha battuto due record: è stata la partita con il maggior scarto in una fase finale di una competizione FIFA (Australia – Samoa di cui abbiamo parlato prima si riferisce ancora alle fasi di qualificazione) e l’allora giovane promessa del calcio internazionale Erling Haaland – ora stella pregiata e indiscussa del calcio mondiale – segnando 9 gol, ottenne il record di gol in una sola partita di un singolo giocatore (sempre per quanto riguarda le fasi finali di una competizione FIFA).
AS Ademo – SO de l’Emyrne: 149-0
Si, avete letto bene, il risultato finale di questa partita giocata il 31 ottobre 2002 tra due squadre della massima serie del Madagascar fu 149-0. Ma, badate bene, il risultato è frutto di 149 autoreti autoinflitte dai padroni di casa per protesta a seguito di presunti errori arbitrali a favore della loro diretta concorrente per il titolo. A seguito dell’incontro, l’allenatore e alcuni gicatori dell’Ademo vennero pesantemente squalificati dalla giustizia sportiva.
Rugby: Nuova Zelanda – Giappone: 145-17
Cambiamo adesso sport e parliamo di un risultato eclatante verificatosi nelle fasi finali del Mondiale di rugby in Sudafrica del ’95 (le cui vicende politiche e sportive sono state magistralmente immortalate dal film Invictus di Clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt Demon). Nel girone eliminatorio gli All Blacks della Nuova Zelanda (che poi arrivarono fino in finale dove vennero sconfitti dai padroni di casa) sommersero di mete i malcapitati giapponesi per un punteggio finale di 145 a 17. Va comunque riconosciuto ai giapponesi che segnare 17 punti agli All Blacks dell’epoca era una cosa tutt’altro che semplice.
Basket: Nuova Zelanda femminile U17 – Palau femminile U17: 135-8
Chiudiamo con questa chicca che proviene dal Campionato Oceanico di basket femminile under 17 del 2017, quando le ragazze neozelandesi sconfissero le pari età provenienti dell’arcipelago di Palau con il risultato di 135 a 8, chiudendo il primo quarto con il risultato di 62 a 0. Ovviamente stiamo parlando di sport giovanile a livello dilettantistico e Palau è un arcipelago-stato di appena 21.000 abitanti, quindi nonostante il punteggio, non possiamo che porgere il nostro plauso alle ragazze palauane che comunque si sono messe in gioco contro la nazionale di uno stato ben più popoloso e ricco di infrastrutture. Certo è che un tale risultato è davvero clamoroso.
Photo by Nathan Rogers on Unsplash
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