Il buco nero (black hole) al centro dell’ammasso di galassie di Perseo è stato associato al suono. Questo perché gli astronomi avevano scoperto, già nel 2003, che le onde di pressione emesse dal buco nero causavano increspature nel gas caldo dell’ammasso che potrebbero essere tradotte in una nota, una nota che gli esseri umani non possono sentire perchè si troverebbe ben 57 ottave sotto il “Do”.
Ora una nuova sonificazione più recente è stata in grado di porta più note a questo macchina del suono del buco nero. Questa nuova sonificazione, ovvero la traduzione dei dati astronomici in suono, è stata appena pubblicata e suona pressappoco così: un suono oscuro, ripetitivo e rimbombante che ricorda, per certi versi, la parte più psichedelica del film 2001 Odissea nello spazio.
La sonificazione è l’uso di audio per trasmettere informazioni o percepire dati: la percezione uditiva presenta, in questa veste, vantaggi nella risoluzione di incognite temporali, spazialei di ampiezza e frequenza che aprono possibilità come alternativa o complemento alle tecniche di visualizzazione. Ad esempio, la frequenza di clic di un contatore Geiger è in grado di trasmettere il livello di radiazione nelle immediate vicinanze del dispositivo di rilevazione.
In un certo senso tale sonificazione è diversa da qualsiasi altra fatta prima perché rivisita le effettive onde sonore scoperte nei dati dell’Osservatorio a raggi X Chandra della NASA. L’idea sbagliata, in questi casi, quanto comunemente accettata dai “niubbi” è che non ci sia suono nello spazio: tale credenza ha origine dal fatto che la maggior parte dello spazio è essenzialmente vuoto, il che non fornisce alcun mezzo per la propagazione delle onde sonore. Un ammasso di galassie, d’altra parte, ha abbondanti quantità di gas che avvolgono centinaia o forse addirittura migliaia di galassie al suo interno, fornendo un mezzo per il viaggio delle onde sonore. In questa nuova sonificazione di Perseo, le onde sonore precedentemente identificate dagli astronomi sono state estratte e rese udibili per la prima volta.
Le onde sonore sono state estratte in direzioni radiali, cioè verso l’esterno dal centro. I segnali sono stati quindi sintetizzati nuovamente nella gamma dell’udito umano scalandoli verso l’alto di 57 e 58 ottave sopra la loro vera altezza. Un altro modo per dirlo è che vengono ascoltati 144 quadrilioni e 288.000.000.000.000.000 di volte superiori alla loro frequenza originale (cifra che si legge “quadrilioni”). (Photo by: Pawel Czerwinski on Unsplash, fonte)
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