Oggi parleremo di un argomento che va per la maggiore anche in Italia, da qualche tempo: il no wash movement, ovvero chi sostiene che non serva o che sia inutilmente dannoso per l’ambiente lavare i vestiti.
Cosa dice il no wash movement?
Il movimento no wash sostiene l’abbandono dell’uso regolare di shampoo e altri prodotti per capelli contenenti sostanze chimiche aggressive.
I sostenitori del movimento no wash credono che il lavaggio frequente dei capelli con lo shampoo possa danneggiare il cuoio capelluto e i capelli stessi. Sostengono che gli shampoo tradizionali contengano ingredienti aggressivi come solfati e siliconi che possono privare i capelli dei loro oli naturali, causare secchezza, irritazione del cuoio capelluto e problemi come la forfora. Invece, i sostenitori del movimento no wash adottano metodi alternativi per lavare i capelli, come il lavaggio con acqua sola, l’utilizzo di prodotti naturali come bicarbonato di sodio o aceto di mele come shampoo alternativo, o l’adozione di metodi di pulizia più delicati come il co-washing (l’utilizzo di balsami o condizionatori senza shampoo) o l’utilizzo di prodotti per capelli senza solfati e siliconi.
È importante sottolineare che il movimento no wash non è accettato unanimemente dagli esperti di salute dei capelli. Alcuni sostengono che il lavaggio regolare dei capelli con prodotti adeguati può essere benefico per la salute dei capelli e del cuoio capelluto, rimuovendo l’accumulo di sporco, sebo e residui di prodotti. Come per molte questioni relative alla cura dei capelli, ciò che funziona meglio può variare da persona a persona. Alcune persone possono ottenere benefici dal ridurre la frequenza di lavaggio dei capelli o dall’adozione di prodotti più delicati, mentre altre possono preferire l’uso regolare di shampoo. La scelta dipende dalle esigenze individuali, dal tipo di capelli e dallo stile di vita.
Pro e contro del movimento no wash
Se desideri tutelare l’ambiente, potresti prendere in considerazione l’idea di ridurre la frequenza di lavaggio dei jeans. Tuttavia, è importante considerare sia i vantaggi che i potenziali svantaggi di questa pratica.
Pregi di ridurre il lavaggio dei jeans per tutelare l’ambiente potrebbero essere:
- Risparmio di acqua: Il lavaggio dei vestiti richiede una quantità significativa di acqua. Riducendo la frequenza di lavaggio dei jeans, puoi contribuire a ridurre il consumo di acqua.
- Risparmio energetico: Il processo di lavaggio e asciugatura dei jeans richiede energia elettrica. Limitando il lavaggio dei jeans, puoi contribuire a ridurre il consumo energetico complessivo.
- Minore emissione di sostanze chimiche: I detergenti utilizzati per lavare i jeans possono contenere sostanze chimiche che possono avere un impatto negativo sull’ambiente quando vengono rilasciate nell’acqua di scarico. Riducendo il lavaggio dei jeans, si riduce anche l’emissione di queste sostanze chimiche nell’ambiente.
- Maggiora durata dei jeans: Il lavaggio frequente può causare usura eccessiva dei jeans, portando a una loro ridotta durata. Riducendo la frequenza di lavaggio, è possibile prolungare la vita dei jeans e ridurre la necessità di acquistarne di nuovi, contribuendo così a ridurre il consumo di risorse.
Tuttavia, è importante considerare anche i potenziali svantaggi di ridurre il lavaggio dei jeans:
- Igiene: Ridurre la frequenza di lavaggio dei jeans potrebbe comportare una minore igiene, in quanto il sudore, i batteri e altri contaminanti possono accumularsi nel tessuto nel corso del tempo. Pertanto, potrebbe essere necessario valutare attentamente la pulizia dei jeans in base alle attività svolte e al grado di sporco accumulato.
- Odori sgradevoli: Se non vengono lavati regolarmente, i jeans potrebbero sviluppare odori sgradevoli. Pertanto, potrebbe essere necessario adottare altre misure, come l’aerazione o l’utilizzo di prodotti per la rimozione degli odori, per mantenere i jeans freschi.
- Macchie persistenti: Il lavaggio regolare può aiutare a rimuovere macchie o sporco ostinato dai jeans. Riducendo la frequenza di lavaggio, potresti dover affrontare il problema di macchie persistenti che richiedono ulteriori sforzi per essere eliminate.
In conclusione, ridurre la frequenza di lavaggio dei jeans può essere un modo per contribuire a tutelare l’ambiente riducendo il consumo di acqua ed energia e limitando l’emissione di sostanze chimiche. Tuttavia, è importante trovare un equilibrio tra la sostenibilità ambientale e l’igiene personale, valutando attentamente le esigenze individuali e le circostanze specifiche.
No wash che non lavano i vestiti
Abbiamo trovato traccia del fatto che i no wash sostengano di non lavare i vestiti solo a partire dal 2019, Google alla mano. O meglio: ci ha insospettito che ChatGPT non conosca questa accezione, come è possibile vedere dalla domanda che abbiamo provatoa. fargli più volte (ChatGPT in questa versione non è connesso ad internet, e non sa nulla che sia successivo al settembre 2021, ndr).
Andiamo per ordine: prima che ne parlasse open per la prima volta (ed è lì che il movimento è diventato popolare), ne ha parlato il sito della BBC, con articolo datato maggio 2023: in questo articolo si afferma che C’è una crescente schiera di persone che crede nella necessità di lavare i vestiti di meno, o di non lavarli affatto. Si parla di un gruppo di individui che (a cominciare, si dice, dal CEO della Levi’s ad arrivare ai membri di un no-wash club) per ottenere un particolare effetto di sbiadimenti sui jeans ha deciso, molto semplicemente, di non lavarli più. La pratica viene definita come “denim low wash”, circonlocuzione linguistica per indicare che quei vestiti non vengono lavati.
Per il sostenitore della pratica Bryan Szabo, l’abitudine al lavaggio low è iniziata quando ha acquistato il suo primo paio di jeans in denim grezzo nel lontano 2010. Si tratta di un vezzo alternativo, una particolare stranezza sperimentata per 6 mesi di viaggio all’estero (dal Canada all’Europa): i jeans racconta l’uomo che “puzzavano”, e grazie a questi ultimi sarebbe riuscito a trovare la scusa per approcciare alla sua futura moglie. Afferma Szabo: “I miei jeans erano tipo un mucchio sul pavimento alla fine del letto. Se entravi nella stanza, ne sentivi l’odore. Sono stato molto fortunato che mia moglie fosse così interessata a me“. E non viene da dargli torto, effettivamente. I sostenitori della pratica sono ovviamente mossi da nobili intenti: tutelare l’ambiente, in primis, evitando sprechi di acqua e di detersivi (che sono dannosi per l’ambiente e lo sappiamo da tempo).
Vari VIP hanno aderito apparentemente a questa tendenza, che risale al 2017 (stando ad un articolo Il Sole 24 Ore) e che racconta essenzialmente di personaggi famosi che non hanno voglia di lavarsi troppo spesso e confidano di salvare l’ambiente nel farlo. È possibile che sia necessario lavare di meno alcuni capi rispetto ad altri, questo sì, ma non lavarli più ci sembra sconsigliabile.
Ma poi … perchè ci laviamo? 😀
Un utente Reddit ha provato ad indagare sul perchè ci laviamo; non sarà la spiegazione di un medico, ma è un punto di partenza interessante.
Il sebo è una sostanza oleosa che si accumula sul corpo. Se lo lasciate lì, i batteri se ne cibano e voi tendente a puzzare malamente di batteri. Non è una cosa che nessuno vorrebbe. Per la maggior parte del corpo, dato che non ci sono molti peli, si può usare il sapone per pulirlo. Tuttavia, non si vuole usare il sapone normale per pulire i capelli, perché può lasciare depositi di sapone. Per questo abbiamo creato un sapone (o shampoo) speciale che pulisce il sebo dai capelli, ma ha altri elementi che lo rendono in grado di non lasciare depositi.
Ma le persone non vogliono solo essere pulite. Vogliono che i capelli siano idratati. Sembra stupido che i capelli diventino meno idratati a causa del lavaggio, ma è dovuto al lavaggio degli oli che di solito catturano l’umidità dall’aria. Vogliamo l’idratazione, ma non vogliamo un olio che puzza malamente. La soluzione? Lavare via l’olio di sebo e sostituirlo con un olio che non abbia un cattivo odore. Questo è ciò che fa il balsamo.
Ora, capisco che questo non è esattamente scientifico. Ma, considerando questo modello semplicistico di sebo/pulizia e comprendendo lo scopo delle sostanze chimiche contenute nello shampoo e nel balsamo, non capisco perché qualcuno dovrebbe essere contrario a queste sostanze.
Viene anche il dubbio che non lavarsi possa contribuire, alla lunga, all’accumulo di batteri e virus nei nostri poveri vestiti, insomma non una cosa per cui medici e affini avrebbero da festeggiare. Noi non vi sentiamo di dirvi di aderire al movimento no wash, per quanto abbia varie sfumature e, alla fine, ci siano vari modi più funzionali per tutelare l’ambiente: evitando gli sprechi, ad esempio, ed abituandoci ad usare prodotti naturali. In ogni caso, i dubbi per noi sono tanti. Viene da chiedersi se abbia senso legittimare iniziative del genere, che se è vero che partono innegabilmente dal basso forse andrebbero formalizzate meglio, in un senso che solo una politica più evoluta può decidere. Poi: attenzione a non rendere questi movimenti (o presunti tali) un manganello a sorpresa per delegittimare i movimenti ambientalisti, che già faticano fin troppo (secondo noi) ad affermare le proprie ragioni.
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