In questo articolo la psicologa Tiziana Giancola affronta un argomento molto dibattuto: il gruppo.
Ognuno di noi fa parte di uno o più gruppi, anche se non se siamo molto consapevoli: un gruppo familiare dal quale proveniamo, un gruppo scolastico, un gruppo di lavoro, un gruppo di amici, un gruppo che frequentiamo per coltivare una passione o per fare sport, un gruppo politico, religioso etc.
Il tema dell’appartenenza al gruppo è centrale nella vita delle persone: il gruppo può influenzare le scelte oppure si possono prendere decisioni per andare in opposizione al gruppo stesso; ci si può sentire parte del gruppo oppure fuori dal gruppo. Il gruppo può essere una risorsa ma può diventare qualcosa che limita con le sue regole, spesso implicite. Può essere quindi utile acquisire maggior consapevolezza di come funzionano le dinamiche all’interno del gruppo e imparare a leggere quali sono i ruoli e le funzioni dei vari membri del gruppo.
Un gruppo sociale è costituito da un certo numero di individui che interagiscono l’uno con l’altro con regolarità; questa regolarità di interazione tiene insieme i partecipanti, dando vita a una distinta unità con una propria complessiva identità sociale. I membri di un gruppo hanno delle aspettative rispetto al comportamento l’uno dall’altro.
Lewin definisce il gruppo come un sistema dinamico, sistema in quanto organizzazione di elementi e dinamico in quanto caratterizzato da cambiamenti, trasformazioni e azioni.
Nell’analisi lewiniana il gruppo è un fenomeno, è una totalità diversa dalla somma delle sue parti; è qualcosa di più o, per meglio dire, qualcosa di diverso dalla somma dei suoi membri: ha struttura propria, fini peculiari e relazioni particolari con gli altri gruppi. Quel che ne costituisce l’essenza non è la somiglianza o la dissomiglianza riscontrabile tra i suoi membri, bensì la loro interdipendenza. Questo significa che un cambiamento di stato di una sua parte interessa lo stato di tutte le altre. Il grado di interdipendenza delle I fenomeni che avvengono in un gruppo devono essere studiati in funzione del sistema di relazioni che esiste nel gruppo stesso: status e ruoli dei vari membri, modalità comunicative, norme, regole e fini.
Il termine «dinamica di gruppo» difatti si riferisce allo studio delle relazioni tra individui che, nei piccoli gruppi, sono impegnati nelle interazioni.
Il gruppo infatti evidenzia anche bisogni che non sono riconducibili ai bisogni dei singoli: sono bisogni di gruppo, da cui nascono tensioni di gruppo che si collegano nel campo del gruppo a valenze e a forze.
Lewin è andato oltre lo studio della dinamica di gruppo, avviandosi verso l’analisi di conflitti e del cambiamento sociale mediante ciò che ha definito action research, cioè ricerca che, per essere tale, deve essere intervento che attiva cambiamenti.
Secondo Lewin il gruppo è caratterizzato dalla stretta interdipendenza delle sue parti, interdipendenza che può essere di due tipi: del destino e del compito. L’interdipendenza del destino è un elemento di unificazione, poiché porta un aggregato casuale di individui a trasformarsi in gruppo, qualora essi sentano di essere sulla stessa barca, di condividere un destino comune (è questo il caso degli adolescenti che sentono il desiderio e la necessità di entrare in un gruppo di pari). Ciò provoca un forte senso di coesione, fattore che secondo Lewin è centrale per l’esistenza e la sopravvivenza del gruppo. L’interdipendenza del compito è un elemento più forte di unificazione, poiché è lo scopo del gruppo a creare un legame profondo tra i suoi membri: il risultato positivo o negativo di ognuno implica il successo o l’insuccesso del gruppo, provocando quindi dinamiche diverse che si ripercuotono sulla produttività del gruppo e sul clima interno, infatti il gruppo vive della partecipazione attiva dei suoi membri: se essa si esaurisce il gruppo tende a estinguersi.
Sherif (1972) definì il gruppo come «una formazione umana costituita in un determinato intervallo di tempo attraverso l’interazione degli individui»; propose una definizione di gruppo come struttura determinata da una differenziazione di status e ruoli dei membri, in cui si delineano norme e valori comuni che regolano il loro comportamento nelle attività che il gruppo intraprende. Secondo questo autore, la condizione essenziale per la formazione di un gruppo è l’interazione frequente e significativa di individui che hanno motivazioni o interessi comuni; individui che hanno motivazioni, privazioni o frustrazioni comuni tendono, assai frequentemente ad interagire fra loro. Con il tempo i rapporti tendono a diventare stabili a vari livelli, a seconda degli individui coinvolti, dei fattori esterni e dell’efficacia delle attività di gruppo. Il fatto che si instauri un rapporto di status e di ruolo costituisce il sistema dell’organizzazione o struttura di gruppo.
Nel momento in cui si costruisce la struttura del gruppo, si formano anche delle norme comuni, almeno nelle questioni che riguardano le motivazioni comuni che hanno indotto gli individui a riunirsi o che si sono sviluppate nel corso della loro interazione. In tali questioni le attività dei singoli membri vengono regolate internamente secondo la loro appartenenza alla struttura, secondo il loro ruolo e in base alle norme di gruppo (Sherif, 1972).
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