Leultime.info è un blog collaborativo che ispira armonia. Sul nostro blog, promuoviamo un approccio sostanziale alla comunicazione, incoraggiando a condividere opinioni in modo costruttivo e rispettoso. Gli articoli non riflettono necessariamente la visione del proprietario del progetto.
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- Cominciai a pensare l’uomo educato e l’uomo ineducato, anzi a vederli; e mentre l’ineducato mi appariva in ispecie di uomo-porcospino, circondato di lunghissimi aculei che sono i raggi espansivi dei suoi bisogni, delle sue necessità, dei suoi desiderii, delle sue voglie, dei suoi comodi, del suo ‘spazio vitale’; vedevo invece l’uomo educato che per rendere meno disagevole la vita in comune ritrae i raggi dei suoi bisogni, li riassorbe in sé, finisce per non avere bisogni e riduce le sue necessità di vita a quel minimo necessario oltre il quale c’è la morte; e per un istante anche l’uomo educatissimo mi apparve, che ‘per semplificare’, rinuncia a vivere; perché l’educazione, tutto sommato, è una quistione di imballaggio. (Alberto Savinio)
- Meno liberi ma più sicuri? Io non ci credo, e comunque ho sempre preferito il contrario. Meno liberi ma più sicuri? Sarebbe come dire meno sani ma belli. È meglio essere sani che belli, date retta a me che sono uno bello! (2009, p. 64) ( Vasco Rossi )
- Freud non pensava alla morte come un abisso da vincere, ma come condizione della vita. È il trascorrere del tempo, il suo divenire inesorabile a farci apprezzare i dettagli apparentemente più insignificanti della vita. Il corrompersi delle cose, anziché generare disperazione, introduce a una esperienza della bellezza non disgiunta da quella della caducità: Nel corso della nostra esistenza, vediamo svanire per sempre la bellezza del corpo e del volto umano, ma questa breve durata aggiunge a tali attrattive un nuovo incanto. Se un fiore fiorisce una sola notte, non perciò la sua fioritura appare meno splendida. (p. 145) ( Massimo Recalcati )
- Al mondo non esiste cosa più imparziale della morte. Ogni essere vivente riceverà la sua visita. Oltre a essere imparziale, la morte è una realtà innegabile, e si trova sempre al nostro fianco. Ma gli uomini, armati di ingegno e saggezza, lottano, scalpitano e si aggrappano alla vita fino all’ultimo. (Made in Abyss)
- C’è una fine per tutto… E non è detto che sia sempre la morte. (Giorgio Gaber)
- Una parte rilevante del nostro immaginario si gioca sulla rappresentazione della morte, e anche sulla sua mancata rappresentazione. L’assunto che la cultura occidentale moderna neghi l’idea della morte è talmente condiviso che se entrasse in un articolo della Costituzione ben pochi se ne lagnerebbero. […] A stare attenti ci si rende conto che in realtà la morte è continuamente presente nelle rappresentazioni che fondano l’immaginario pubblico. Ma questa messa in scena riguarda solo un determinato tipo di morte, ed esclude invece tutte le altre. L’unico discorso socialmente consentito intorno alla morte è quello che racconta pubblicamente la fine maschile, che non è affatto negata. ( Michela Murgia )