Whistleblowing: significato, spiegazione, esempi

Il whistleblowing è l’atto di divulgare informazioni o segnalare attività illegali, non etiche o scorrette all’interno di un’organizzazione o di un’istituzione. Una persona che fa whistleblowing è comunemente chiamata “whistleblower”. Questa pratica mira a rivelare comportamenti dannosi, illegali o poco etici al fine di promuovere la trasparenza, l’accountability e la giustizia.

Etimologia

L’origine dell’espressione “whistleblowing” risale all’inglese e deriva dalla combinazione delle parole “whistle” (fischio) e “blow” (soffiare). Questo termine è stato coniato negli anni ’70 negli Stati Uniti e deriva dall’immagine di qualcuno che “soffia il fischietto” per attirare l’attenzione sugli illeciti o le attività scorrette all’interno di un’organizzazione.

L’uso del termine “whistleblower” è diventato sempre più comune negli anni successivi, a misura che cresceva la consapevolezza dell’importanza di proteggere coloro che denunciano comportamenti illegali o poco etici all’interno delle aziende o delle istituzioni. Il concetto di whistleblowing è strettamente legato alla trasparenza, all’accountability e alla promozione di comportamenti etici all’interno delle organizzazioni.

L’etimologia del termine “whistleblowing” riflette l’immagine di qualcuno che segnala qualcosa di sbagliato, come se stesse facendo un fischio per richiamare l’attenzione sulla questione. Questo concetto ha guadagnato importanza nell’ambito della responsabilità e dell’etica aziendale, contribuendo a rendere più trasparenti le azioni delle organizzazioni e a promuovere comportamenti corretti e legali.

Negli Stati Uniti e in molti altri paesi, sono state introdotte leggi specifiche per proteggere i whistleblower da ritorsioni, al fine di incoraggiare le persone a rivelare attività illecite o pericolose senza timore di conseguenze negative. Queste leggi variano da giurisdizione a giurisdizione e spesso includono disposizioni per proteggere la privacy e per consentire ai whistleblower di denunciare senza paura di perdere il proprio lavoro o subire altre forme di punizione.

Le informazioni divulgate dai whistleblower possono infatti riguardare una vasta gamma di temi, come frodi finanziarie, corruzione, discriminazione sul luogo di lavoro, rischi per la salute e la sicurezza, violazioni ambientali, abusi di potere e altro ancora. Queste informazioni spesso mettono in luce problemi interni che potrebbero altrimenti rimanere nascosti al pubblico o ai responsabili dell’organizzazione stessa.

Come avviene il whistleblowing

Il whistleblowing può avvenire in diverse forme:

  1. Interno: Il whistleblower segnala le preoccupazioni all’interno dell’organizzazione, ad esempio al proprio supervisore, alla risorsa umana o a un’unità dedicata alla gestione delle segnalazioni.
  2. Esterno: Il whistleblower rivela le informazioni a fonti esterne all’organizzazione, come media, organizzazioni non governative, autorità di regolamentazione o agenzie governative.
  3. Anonimo: In alcuni casi, il whistleblower può scegliere di mantenere l’anonimato, inviando le informazioni in modo che la sua identità non sia rivelata.

Il whistleblowing può portare a conseguenze positive e negative. Da un lato, può contribuire a fermare comportamenti illegali o dannosi, prevenire danni maggiori e promuovere una maggiore responsabilità e trasparenza. Dall’altro lato, i whistleblower potrebbero affrontare ritorsioni da parte dell’organizzazione, come licenziamenti, discriminazioni o minacce legali.

In molti paesi, esistono leggi che proteggono i whistleblower da ritorsioni, al fine di incoraggiare le persone a rivelare informazioni importanti senza timore di conseguenze negative. Queste leggi variano da paese a paese e possono offrire diverse forme di protezione legale e ricompense per i whistleblower che denunciano violazioni.

Aspetti giuridici

La questione se il whistleblowing sia legale o illegale dipende effettivamente dalla giurisdizione, dalle leggi locali e dalle circostanze specifiche del caso, nonchè dagli interessi in gioco. In molti paesi esistono leggi che proteggono i whistleblower che denunciano attività illegali, poco etiche o pericolose, consentendo loro di farlo senza subire ritorsioni da parte dell’organizzazione. Tuttavia, in alcune situazioni e in alcune giurisdizioni, il whistleblowing potrebbe essere considerato illegale se le informazioni divulgate violano leggi sulla riservatezza, il segreto aziendale o altre leggi specifiche. Ad esempio, se un dipendente rivelasse informazioni confidenziali che mettono a rischio la sicurezza nazionale, potrebbe affrontare accuse penali.

È importante comprendere che il whistleblowing legale spesso implica la divulgazione di informazioni su attività illegali, immorali o dannose per il pubblico interesse. Le leggi di protezione dei whistleblower di solito includono disposizioni per evitare ritorsioni nei confronti di coloro che fanno denunce in buona fede e con prove a sostegno. Tuttavia, c’è una sfumatura delicata in quanto le leggi possono variare notevolmente da paese a paese. Prima di intraprendere il whistleblowing, è consigliabile cercare consulenza legale o informarsi sulla normativa vigente nella propria giurisdizione. Un professionista legale può aiutare a determinare se le azioni che si intendono intraprendere siano legali e quali protezioni legali possano essere applicabili.

Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay

Di leultime.info

Leultime.info è un blog collaborativo che ispira armonia. Sul nostro blog, promuoviamo un approccio sostanziale alla comunicazione, incoraggiando a condividere opinioni in modo costruttivo e rispettoso. Gli articoli non riflettono necessariamente la visione del proprietario del progetto.

Licenza Creative Commons I contenuti di questo blog sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.