Se sono abbastanza sicuro che questo articolo attirerà commenti e critiche di ogni genere, o forse (peggio ancora) sarà letto senza essere mai degnato di un commento a riguardo, avverto comunque la necessità di scriverlo. Sia perchè trovo che le serie TV siano almeno in parte sintomatiche della cultura incel (e con questo non voglio dire che se passi le giornate a vedere serie TV non puoi lamentarti che non trovi un partner: certo, pero’, vorrei dire anche questo), sia perchè le trovo un prodotto culturale discutibile da tanti punti di vista.
Andiamo un po’ per gradi, magari, e cerchiamo di capirci. Le serie TV più seguite ad oggi, stando a ComingSoon, sono Watchmen, Star Trek Picard, The Boys. Di queste tre non mi viene in mente nulla, non ho idea di che cosa stiamo parlando. Allora perchè e con quale diritto ne parlo? Lo faccio perchè ci ho provato a vederle, lo giuro, ho fatto uno sforzo immane e poi ho lasciato perdere definitivamente – un po’ come il tipo che aveva provato a vedere Breaking Bad, se avete presente. Ci ho provato con generi e saghe differenti, e attenzione: parlate con uno che ama quel genere, ama il genere (horror, thriller, e via dicendo) ma davvero non riesce a sopportare la serializzazione delle storie.
Serializzare una storia significa renderla potenzialmente infinita: e questo mi stava già sulle balle ai tempi di Nightmare, figuriamoci adesso. Il tempo passa, neanche ce ne rendiamo conto, e la vita secondo me è troppo bella e troppo breve per trascorrerla ad abbuffarsi di Nutella e vedere serie TV. Questo perchè, subdolamente, secondo me la maggioranza delle serie TV ha questo effetto psichedelico di indurti a stare lì giornate intere, a sapere come andrà a finire, con il loro qualunquismo strisciante e le loro storie riciclate all’infinito, fatta da personaggi che si pregiano di essere più banali del pubblico a cui si rivolgono (ovviamente, in media): cosa conta la nostra vita a confronto di sapere se Pedro riuscirà finalmente a fare il culo a Gennariniello, oppure se riusciremo a scoprire se il protagonista affiliato alla camorra riuscirà a scopare con la co-protagonista. Robe trite, viste e riviste, che erano vecchie ai tempi del film Seven e figuriamoci adesso, con il revival della serializzazione che fa comodo solo ai produttori ed agli attori che hanno di che lavorare per secoli.
C’è pure un altro problema: le serie non riesco a vederle perchè, sostanzialmente, non sopporto l’idea di una storia che non sappia auto-concludersi. Le saghe sono una rottura di balle micidiale, per me, senza contare che le storie lunghe spesso nascondono problemi innati di narrazione che quelle brevi non hanno (confrontate IT con Le streghe di Salem di Stephen King, per rendervene conto: IT si perde a descrivere dettagli inutili per metà libro, l’altro invece va al sodo e pensa solo a costruire, onestamente, una bella storia). No, non esistono serie TV belle, e tra l’altro il meccanismo dei fan secondo il quale sono loro stessi a diventare veicolo di promozione, dato che i fan con i loro commenti su Facebook promuovono quei prodotti meglio di qualsiasi ads, mi fa semplicemente orrore e mi suggerisce l’idea, che spero nessun fan trovi offensiva (non voglio blastare per il gusto di farlo) di una massa di pecore.
Sono invecchiato, lo so.
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