Proviamo ad interrogarci razionalmente sull’esistenza degli alieni, partendo dal paradosso di Fermi ben nota sull’argomento: se esistono forme di vita intelligente nello spazio, dove sono tutti quanti? Tante possibili spiegazioni sono state snocciolate sul tema, dalla non volontà di comunicare alla breve durata delle civiltà extraterresti, fino ad arrivare alla eccessiva distanza tra le stesse.
Del resto se realmente ci fossero esseri intelligenti altrove nell’universo, condividerebbero certe verità in comune con noi. Ad esempio la matematica non sarebbe diversa (per non dire la fisica, ma per una maggiore generalità riferiamoci alla matematica): teoremi e congetture sono sempre veri e/o verificabili per definizione. Sarebbe lo stesso per fisica o chimica: la massa di un atomo di carbonio sarebbe sempre la stessa anche su un pianeta alieno.
Da capire se condivideremmo con loro anche altri fatti più o meno dubbi sull’argomento: l’uso del rasoio di Occam, ad esempio, oppure il principio che un esperimento controllato che sia in grado di verificare alcune ipotesi ci autorizzi ad avere fiducia crescente nel fatto che abbia svelato un fatto scientifico. Sembra anche abbastanza probabile che sia vero per gli alieni che si possa migliorare in qualcosa facendo esercizio, sbagliando senza paura di sbagliare. In effetti, a ben vedere e in almeno un senso, non c’è proprio nulla di umano in quest’ultimo tipo di idee.
Possiamo solo fare ipotesi, ad oggi. Non possiamo dire con certezza quali forme potrebbe assumere la vita intelligente. Né il mio obiettivo qui è esplorare questa domanda, per quanto interessante possa essere. Il punto dell’idea di una “verità aliena” non è che ci offre un modo per speculare su quali forme potrebbe assumere la vita intelligente, ma che ci dà una soglia, o meglio ancora un obiettivo, per raggiungere la verità. Se stai cercando di trovare le verità più generali al di fuori di quelle della matematica o della fisica, allora presumibilmente saranno quelle che condivideremmo con altre forme di vita intelligente e questo, probabilmente, sarà sempre vero e verificabile.
Un alieno potrebbe capire la giustizia per come la intendiamo oggi, oppure la filosofia o la psicoanalisi? Non ci sentiamo di dire di sì, ma nemmeno di negare questo aspetto. Si potrebbe anche sostenere che la ricerca della verità aliena sia, se non una descrizione accurata della filosofia, una possibile definizione per la stessa. Il che oggi non è ovvio e deve essere dimostrato, per quanto i tempi moderni ci impongano di pensare al benessere personale, al cambiamento climatico, alle manie autodistruttive di alcuni così come a guerre, pandemie e crisi economica.
Un giorno, nonostante tutto, potremmo avere qualcosa di simile alla vita aliena tra noi sotto forma di intelligenza artificiale. Nel senso “vero” del termine, non di un ennesimo algoritmo per fare cose in automatico quasi meglio degli esseri umani. Potremmo scoprire, ad esempio, che è impossibile creare qualcosa che consideriamo intelligente che non utilizzi il rasoio di Occam. Potremmo addirittura essere in grado di dimostrarlo, un giorno. Ammesso che, fino ad allora, interessi davvero a qualcuno.
Comunque lo chiamiamo, il tentativo di scoprire verità aliene sarebbe un’impresa utile. E non sorprende che scoprire nuove verità aliene sia, a sua volta, una verità aliena.
Testo tradotto, rielaborato e ispirato liberamente all’articolo Alien Truth.
Foto di copertina: DALL-E
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