Conviene aprire partita iva? Tutto ciò che serve sapere

Con il mondo del lavoro ad essere cambiato in maniera molto radicale negli ultimi anni, soprattutto con l’avvento del processo di digitalizzazione e di tutto ciò che ne ha conseguito all’interno dei vari settori lavorativi, con la tecnologia a generare nuovi posti di lavoro, occupati da figure professionali inedite che lavorano a stretto contatto col web e col digitale in senso ampio, il mito del posto fisso che, da decenni aleggiava sul circuito lavorativo nostrano è uscito molto indebolito.

Al giorno d’oggi, infatti, moltissimi giovani e non solo puntano ad occupare queste nuove posizioni di lavoro, scalando posti in aziende di grande successo anche in un’ottica internazionale, oppure proponendosi come lavoratori autonomi sul mercato. Il caso dei liberi professionisti presuppone l’apertura di una partita iva che, molto spesso, scoraggia gli aspiranti freelance a causa dei suoi costi esosi, su cui talvolta è possibile intervenire.

A seconda del tipo di attività che si intende avviare, il regime agevolato è senza dubbio l’opzione più conveniente. Tuttavia esistono dei casi in cui tale scelta potrebbe essere impraticabile, dunque prima di prendere decisioni definitive sarebbe meglio consultare uno specialista del regime forfettario per avere tutti i chiarimenti del caso su requisiti e modalità di apertura di una partita iva di questo tipo. Nelle prossime righe scopriremo tutto ciò che c’è da sapere sulla partita iva e su quando e se conviene aprirla.

Partita iva: ecco di cosa si tratta

Ai fini della nostra digressione a scopo puramente informativo, riteniamo opportuno fornirvi alcune nozioni su cosa, di fatto, sia la partita iva. Visivamente, essa non è altro che un codice numerico composto da 11 cifre, utili al fisco per associare univocamente lavoratori autonomi, ditte individuali e aziende ed identificarli. Chi apre partita iva deve dichiarare i guadagni all’Agenzia delle Entrate e pagare le tasse.

La partita iva viene, dunque, richiesta a tutti coloro, tra persone fisiche e giuridiche, che si mettono sul mercato del lavoro e percepiscono un guadagno. Grazie alla partita iva, poi, si stabiliscono anche i contributi da versare ogni anno di attività per la pensione. La partita iva non è sempre un fattore necessario, anche se per molte attività lo è, in special modo per quelle abituali e non esclusive, ovvero le mansioni da svolgere in maniera continuativa, per più di 30 giorni in un anno. La partita iva è, dunque, obbligatoria ogni qualvolta decade l’occasionalità della prestazione che si compie.

La partita iva conviene?

Il lavoro autonomo rappresenta l’opzione migliore per tutti coloro che non intendono sottoporsi a rapporti di subordinazione e intendono effettuare prestazioni flessibili, ma abituali. In queste circostanze la partita iva è necessaria, trascendendo la convenienza. Le uniche figure autonome che possono evitarla, infatti, sono quelle che effettuano prestazioni occasionali.

Non sempre, comunque, la partita iva viene percepita come un obbligo, quanto piuttosto come una mossa strategica. In questi casi bisogna capire se e quando conviene farlo, tenendo conto degli adempimenti burocratici previsti e, soprattutto, delle spese ad essa relative. In ogni caso, la partita iva porta con sé molti vantaggi, dando la possibilità al freelance di accedere a molti più mercati, soprattutto quelli più impegnati e, soprattutto, di incrementare i guadagni, seppur a fronte di alcune spese, onerose soprattutto all’inizio.

In ogni caso, possiamo affermare senza remore alcune che, per il freelance, la partita iva rappresenti la scelta più conveniente quando le sue prestazioni, al di là del carattere, sono più proficue dei costi previsti per la sua apertura. Chi intende aprire partita iva dovrà, poi, affrontare un iter ben preciso, effettuabile anche online. Quel che vi consigliamo, però, è di controllare ogni aspetto e spesa relativi prima di procedere.

Di leultime.info

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