Intervista al cantante Anto Paga, in occasione dell’uscita del remix “Vorrei dirti (Parigi)”

L’intervista della blogger e critica d’arte Giulia Quaranta Provenzano al cantante Anto Paga, del quale è possibile visionare il profilo IG cliccando su https://instagram.com/antopagaofficial?igshid=MzRlODBiNWFlZA==       

Ciao, ben ritrovato! Il 1° settembre è uscita la nuova versione della tua canzone di notevole successo “Vorrei dirti” che – questa volta cantata in duetto, con Biondo – è diventata “Vorrei dirti (Parigi)” [clicca qui https://youtu.be/KaXUWDqysIE?si=wCiUGHJ8R8keH1n_]. Ebbene da che cos’è sorta, nonché da che cos’è stata mossa, la volontà di lanciare il suddetto remix per Feelings/AltaFonte Italia? “Ciao Giulia! Il remix, dal titolo “Vorrei dirti (Parigi)”, è nato da un’idea di Biondo. Circa un anno fa, tra una chiacchiera e l’altra, mi disse che il mio brano “Vorrei dirti” gli piaceva davvero molto… a tal punto che avrebbe voluto poter fare una sorta di remix appunto della canzone e così ci siamo attivati subito per finalizzarlo”.  

Il feat con Biondo, in occasione per l’appunto di “Vorrei dirti (Parigi)” [clicca qui https://youtu.be/MunXqvs-Ml8?si=sSH55m8OhxGrStVM], con quale intenzione e con quale speranza ha avuto luogo e qual è quel qualcosa che vorresti che non passasse inascoltato di tale nuova versione di “Vorrei dirti”? “Essendo – “Vorrei dirti” – la traccia che mi ha lanciato e che mi ha dato una bella spinta nel mondo della musica, è un brano a cui tengo particolarmente e con Biondo siamo stati dunque molto attenti anche ai minimi dettagli di ogni parola e di ogni frase che abbiamo utilizzato nel remix. Volevo sottolineare la malinconia che traspare già nella canzone originale, con sfumature di tristezza e di felicità”. 

Dopo la fine di una relazione, come ti percepisci e quale atteggiamento ti rendi conto di assumere (mentre qual è quello che invece, forse, desidereresti riuscire ad adottare)? “Attualmente, senza alcun dubbio, sento di aver raggiunto una maturità e una consapevolezza che mi rende molto fiero di ciò che sto andando a costruire. In passato, mi rimaneva un sacco di odio represso e di rancore alla fine di una relazione – mentre, ad oggi, riesco a contenermi parecchio e a continuare a coltivare ogni mia passione”.

Nel remix “Vorrei dirti (Parigi)”, viene cantato: “(…) con te il mondo sembra sempre meno brutto/ io che volevo solo darti tutto/ e sul più bello tu ci hai messo un punto/ e ti ho portata a Parigi per dare più colore a questi giorni grigi/ alle tue cicatrici che non guariranno/ e le mie canzoni non ti salveranno (…)”. Quand’è che capisci di amare una persona e quando, invece, ti accorgi e ti capaciti che un rapporto non è (più) sostenibile? E Parigi che cosa rappresenta per te, che cosa più apprezzi della capitale della Francia? “Penso che Parigi sia una città bellissima ma, allo stesso tempo, malinconica… un po’ come la ragazza – la mia ex di allora – alla quale è riferito il brano “Vorrei dirti”. Sono dell’idea che, quando ami una persona, te ne accorgi dal fatto di essere disposto a scendere a compromessi pur di renderla felice… sei disposto a fare più sacrifici per lo stesso motivo e soprattutto a mettere sempre proprio tale persona davanti a tutto. Un rapporto non è, invece, più sostenibile quando inizia a venire meno quello che ho detto appena adesso”.     

…e sempre nel remix “Vorrei dirti (Parigi)”, viene poi cantato: “(…) Vuoi qualcosa di diverso, ti sento diversa/ di com’è stato con quell’altro a me non interessa/ perché so che senza me tu non sei più la stessa/ e colmavi ogni mio vuoto con la tua presenza/ e, e se domani non ci sarò io con te dimmi chi ci sarà/ vorrei dirti che ti amo non ci riesco mai (…)”. Credi e sei tipo da cosiddetti ritorni di fiamma, o le minestre riscaldate non fanno per te e per quale motivo? “Se qualcosa è andato storto, fino al punto di far finire una relazione, vuol dire che è successo appunto qualcosa per cui si è capito che non si è compatibili… solo che spesso l’amore ci rende ciechi, tant’è che non riusciamo a vedere le differenze tra noi e l’altra persona. A mio avviso, una relazione va coltivata dall’inizio e ogni problema va risolto dialogando – trovando sempre, in ogni situazione, i giusti compromessi”.        

Dacché tue sono le parole: “(…) Ma lo sai in fondo, sei pazza di uno stronzo/ Ma tu sei il mio mondo, non lo scordare mai (…)”, ti chiedo per quale ragione ti reputi appunto uno stronzo e come ti comporti – sia con la tua (potenziale) partner che con le altre persone – rispettivamente quando ti stai innamorando di qualcuno e quando ami qualcuno …e, anche alla luce di ciò che risponderai, come hai idea che dovrebbe essere la tua compagna a livello di personalità? “La mia compagna deve essere brillante e sveglia, deve avere carattere e deve avere una personalità distinta, deve essere sicura di sé e deve sapere che cosa vuole dalla vita… direi che già solo in base a queste caratteristiche caratteriali, la percentuale di trovarla è molto bassa”.   

Infine ti domando quale significato ha la felicità per te e in che cosa la identifichi, attualmente. “La felicità, per me, è semplicemente sentirsi soddisfatti della vita che si sta facendo – non risiede in cose materiali e nemmeno è sottoforma di persona… in questo momento, non posso dire di essere felice appieno poiché sono ancora alla ricerca d’essa…”

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