Perchè Elizabeth Holmes è stata condannata per frode

CEO di Theranos, era stata in grado di far salire la quotazione dell’azienda fino a ben 9 miliardi di dollari. Il tutto sulla base di promesse, ad oggi non rispettate, di costruire una macchina in grado di fare accurate analisi del sangue.

Elizabeth Holmes, fondatrice nonchè ex CEO della società Theranos, è stata da poco condannata per frode contro alcuni investitori da parte di una giuria californiana. Da quello che sappiamo ad oggi, quasi certamente la donna farà ricorso contro la decisione, che la pone al centro di una delle questioni più controverse in questo ambito mai dibattuta.

Ripercorriamo rapidamente la storia in questione: l’idea alla base della fondazione di Theranos era quella di democratizzare l’assistenza sanitaria, soprattutto negli USA dove la sanità privata pone numerose differenze di forma e di sostanza rispetto alla sanità pubblica a cui siamo abituati in Italia. L’idea era di realizzare un dispositivo in grado di effettuare accurate analisi del sangue da piccolissimi campioni dello stesso, consentendo così di effettuare analisi del sangue direttamente in casa. Un’idea senza dubbio potenzialmente interessante che si era da sempre scontrata con lo scetticismo di parte della comunità scientifica, che riteneva l’idea non realizzabile (tra cui Phyllis Gardner).

Nel 2004 l’azienda aveva raccolto 6 milioni di dollari, diventati ben 92 milioni di capitale di rischio nel 2010 e comparendo su Forbes nel 2014. Il suo nome e quello della sua azienda comparivano in numerosi brevetti, mentre la società stringeva accordi con realtà come AmeriHealth Caritas, Cleveland Clinic e Capital BlueCross. John Carreyrou del Wall Street Journal inizia ad indagare sulla crescita dell’azienda, dopo aver ricevuto una soffiata da parte di un esperto di medicina che riteneva inaffidabile il dispositivo in corso d’opera, fino ad allora mai visto. Fu celebre l’apparizione dell’imprenditrice al programma Mad Money, in cui comparve immediatamente dopo la pubblicazione dell’articolo (che suscitò varie polemiche, prevedibilmente) affermando di essere in procinto di rivoluzionare il mondo della sanità grazie alla sua creazione.

Le cose iniziarono a mettersi male per la Theranos, che si vide vietare l’utilizzo dei dispositivi negli anni successivi ed una causa da parte dello Stato dell’Arizona contro la Theranos, sostenendo che la compagnia avesse venduto 1 milione e mezzo di esami del sangue senza dire la verità sulle procedure utilizzate (causa che si risolse con l’azienda che pagò una multa consistente). Dopo numerose altre controversie, Theranos smise di esistere nell’agosto 2018, liquidando il capitale sociale ai creditori nei mesi successivi. Come se non bastasse, arrivò poco dopo un processo per frode (a più livelli) che ha trovato una condanna oggi.

Elizabeth Holmes è stata condannata per tre capi di imputazione (frode informatica) e uno per associazione a delinquere finalizzata a commettere frode: la giuria ha emesso il suo verdetto dopo sei giorni di deliberazione. La vittoria del governo, in questo caso, suona (secondo ArsTechnica, ad esempio) come un ammonimento formale a certe startup tecnologiche, che promuovono gli investitori sulla loro abilità tecnologica e sul loro acume negli affari, spesso facendo leva su ipotesi fin troppo “ottimistiche“. La Holmes è stata assolta dalle accuse di frode verso i pazienti, ma rischia fino a 20 anni di carcere per frode contro la Lakeshore Capital Management, la PFM Healthcare, una società LLC legata al noto avvocato Daniel Mosley e per cospirazione per commettere frode. Su altre tre accuse, annesse a frode informatica contro gli investitori, la giuria non ha ancora emesso alcun verdetto.

Holmes risulta il primo dirigente della Theranos ad essere ritenuto penalmente responsabile delle proprie azioni, e in teoria potrebbe non essere l’ultimo. Da molto tempo il caso di Theranos occupa ampio spazio nelle cronachee giudiziarie statunitensi: come ricordato anche da Il Post, casi del genere mettono in discussione il modello dominante per le startup tecnologiche, protese quasi sempre (negli USA) a ricevere finanziamenti e quotazioni enormi anche sulla base di semplici idee, in mancanza di prodotti misurabili e basandosi esclusivamente sulla buonafede dell’imprenditore di turno. Il caso costituirà un vero e proprio precedente di grande interesse, anche in previsione di ulteriori cambiamenti alle logiche che regolamentano questo mondo.

(Foto di copertina: Photo by Max Morse for TechCrunch TechCrunch – TechCrunch Disrupt San Francisco 2014, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=45609023)

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