Intervista al rapper Sconer

Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista al rapper milanese Sconer (classe 1996). È possibile visionare il profilo Instagram di Simone Russo cliccando su https://instagram.com/sconer_sg?igshid=MzRlODBiNWFlZA==       

Ciao, piacere! Vorrei domandarti subito qual è il cosiddetto motore interiore che ti ha portato a intraprendere il tuo viaggio nella musica e ciò in relazione anche al tuo nome d’arte [clicca qui https://linktr.ee/sconersg]. “Ciao Giulia, piacere mio! Ciò che mi ha portato a intraprendere il mio percorso nella musica è una commistione di cose, in primis sicuramente la fortissima passione che ho per il genere rap… passione, questa, che mi ha spinto a volerci “provare” e inoltre – come credo che valga per tutti gli artisti – anche l’esigenza comunicativa ha avuto il suo ruolo in tutto ciò. Lo pseudonimo “Sconer” è nato perché più d’un mio amico, storpiandolo il mio nome “Simone”, hanno tirato fuori appunto tale nickname che mi sono poi sentito di mantenere”.

Da piccolo a cosa, forse, immaginavi di dedicarti una volta divenuto adulto e che bambino sei stato? Oggi invece, se ti dovessi raffigurare metaforicamente con un colore, quale tinta senti di essere e quale più ti piace? “Sono una persona che ha sempre voluto trasformare i propri interessi in un lavoro. Da piccolo ho sempre detto di voler divenire uno scienziato perché ero attratto dal mondo della scienza, soprattutto vedendolo nei film, ma poi crescendo ho comunque cambiato tanti interessi… nonostante lavorare nell’ambito dello sport mi abbia sempre solleticato. Sono stato un bambino vivace, creativo e molto sensibile e questa parte del mio carattere si è scontrata con il brutale mondo che ci circonda (non uscendone indenne, purtroppo). Se dovessi descrivermi con un colore penso che sceglierei un blu intenso, profondo, tendente al viola”.

L’ambiente geografico e sociale (compreso quello familiare) e l’epoca in cui vivi, ma altresì i primi input ricevuti durante l’infanzia, quanto e in che modo sono stati e sono o no fonte d’ispirazione e determinanti per la tua creatività? “L’ambiente sociale e geografico, soprattutto per quello che concerne il mio genere musicale, hanno influito molto in quanto il rap si nutre di circostanze quotidiane e ne trae linfa e ispirazione. Dall’ambiente che mi circonda invece ne ho tratto principalmente sofferenza e rabbia, che mi hanno portato – non sempre con successo – a trasformarle in benzina per continuare il mio percorso”.

Tuo è il pezzo “Milano è ROSSONERA”, pertanto mi sorge spontaneo chiederti da cosa nasce questa tua fede calcistica e che cosa ne pensi dello sport, mentre che cosa rappresenta per te la bellezza più in generale e cosa la musica (e quale ritieni che sia il loro principale pregio e potere). “La fede per il Milan mi è stata trasmessa, fin da piccolo, da mio padre che ha iniziato a portarmi allo stadio quando ancora (quasi) non camminavo. Lo sport, come la musica, ritengo che sia un bellissimo ed efficacissimo mezzo per esprimersi e per comunicare con le persone – oltre che una forte fonte d’ispirazione e di miglioramento personale. Lo sport inoltre permette di soddisfare uno dei bisogni primordiali dell’uomo ovvero quello di raccontare storie, ché l’essere umano ha bisogno di narrazione e lo sport permette di avere proprio interessantissimi spunti da questo punto di vista”. 

Quali sensazioni ed emozioni provi quando rappi e vi è un modus operandi che solitamente adotti nella genesi delle tue tracce? E i ricordi, la pianificazione e la progettualità, la sperimentazione e l’osare, la razionalità e l’istinto quanto sono rilevanti rispettivamente nella tua quotidianità e in ambito musicale? “Mentre rappo provo una sensazione che per me è vitale, ossia quella di essere esattamente nel posto giusto e ciò è impagabile. L’istinto mi ha portato a fare gran belle cose e mi ha dato vari spunti di riflessioni… nonostante io sia già di mio uno che spontaneamente spesso ragiona molto, ma penso che sia giusto così dacché <<la potenza è nulla senza il controllo>>”.

Sei dell’avviso che – nella carriera di un cantante – l’immagine sia importante e che possa e debba veicolare efficacemente significati emozionali e intellettivi, d’impegno verso un qual certo “quid”, psicologici a riguardo di sé e di coloro con i quali ci si interfaccia e che ne sia un indicatore di verità? “L’immagine ad oggi, nel 2023, è fondamentale. Oggigiorno, come si suol dire, si giudica il libro dalla copertina e dunque la costruzione della propria immagine è per l’appunto di fondamentale importanza per un artista. Penso perciò che sì, in base a come un artista crea e porta avanti proprio la propria immagine, venga comunicato anche quel “quid” in più sopramenzionato nella presente domanda”. 

A tuo dire in che rapporto stanno libertà, resilienza e audacia? E in tutto ciò, benché io non voglia indurti ad alcuna preconfezionata categorizzazione riduttiva e ingabbiante, dal tuo punto di vista, cos’è l’Amore (sia esso amor proprio, per altre persone e animali, per idee e ideali, per situazioni, luoghi, attività e molto altro ancora)? “A mio parere libertà, resilienza e audacia stanno in un rapporto di interdipendenza e quando viene meno una di loro vengono meno anche le altre due. L’amore, per me, è motore e qualsiasi cosa di irrazionale che fa compiere delle azioni per se stessi o verso qualcun altra persona può essere appunto chiamato nientemeno che amore”.

Quale ipotizzi che sia la tua peculiarità artistica e quale supponi che sia la caratteristica più apprezzata da coloro con i quali collabori, nonché dai tuoi ascoltatori? “Penso che le persone in me vedano una persona brillante e che il saper brillare, ad oggi, sia una caratteristica che viene molto apprezzata dal pubblico”.

C’è qualche tuo/a collega che stimi particolarmente e con il/la quale saresti propenso a lavorare assieme? E cosa ne pensi, qualora tu lo abbia seguito, del Festival di Sanremo 2023? C’è stato qualcuno che ti ha favorevolmente colpito e, in caso affermativo, come mai? “Sono diversi gli artisti con i quali mi piacerebbe collaborare, senza alcun dubbio con i ragazzi del muretto con cui già sto lavorando al nostro progetto collettivo del muretto appunto e poi con Silent Bob e con Kid Yugi – oltre che con Emis Killa, il quale è mio “padre” artistico. Ho seguito poco il Festival di Sanremo, perché sono poco attratto da questo tipo di manifestazioni, ma posso dire che Lazza ha fatto una prestazione degna di nota sia a livello di canzone che di performance live”.

Pensi che esista il destino e, se sì, secondo quali termini? “Penso che il destino sia tutto ciò che ognuno di noi ritiene giusto e che vada fatto per la propria persona e per il proprio percorso. Il destino di ciascuno di noi cioè siamo noi stessi, ogni persona è il proprio destino”.

Attualmente parteciperesti volentieri a qualche talent show?Mai dire mai, ma al momento non sono particolarmente interessato a partecipare ad alcun talent show”.

Qual è il tuo parere inerentemente i social network e il loro utilizzo? “I social network sono lo specchio della realtà e la realtà in cui viviamo è fatta al 90% di apparenza, perciò non mi stupisce che il tutto si traduca nel voler lavorare apparendo (come fanno gli influencer)”.  

Infine, prima di salutarci, vuoi condividere con noi se hai dei progetti in cantiere a stretto giro e talune eventuali novità in anteprima?Sto lavorando a mille progetti e non riesco mai a stare fermo… se ne vedranno delle belle! A presto”.   

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