La SEO è morta
Ovviamente non lo è, e questo perchè è un modo di vivere il web, un modo che accompagna le nostre attività online con costanza e fervore: piaccia o meno, il nostro lavoro è soggetto alla valutazione sia dei clienti a cui facciamo consulenza che, di fatto, delle persone che fanno uso dei motori di ricerca. FInchè ci sarà domanda consapevole, ci sarà la SEO!
La scrittura SEO
Non esiste una scrittura SEO e nessuno, ad oggi, è stato in grado di codificarla. Come spiegato qui, infatti, se ci fosse un modo per scrivere i contenuti di un SEO che ci garantisse la prima pagina a priori, tutti sarebbero in prima pagina e Google, semplicemente, avrebbe perso da tempo la fama che lo contraddistingue.
Keyword density
La keyword density è una metrica effettivamente esistente, è molto semplice da formulare ma non è mai riuscita ad emergere come unità di misura di qualcosa di concreto per la SEO. La maggioranza delle osservazioni in merito sono spicciole, poco precise e servono a darsi un tono come presunti SEO oppure, nella migliore delle ipotesi, a credere di sapere qualcosa sull’argomento. Argomento strettamente collegato al punto precedente, in effetti: ma ormai andrebbe declassificata come è avvenuto con l’omeopatia rispetto alla medicina tradizionale (ed il paragone con l’omeopatia ha più di un senso, a ben vedere).
Indicizzazione equivale a posizionamento
Chiariamo ancora una volta questo concetto: indicizzazione non è uguale a posizionamento. Il posizionamento avviene nel momento in cui una pagina indicizzata “sale” su Google, l’indicizzazione è un’operazione meccanica necessaria al posizionamento, ma non sufficente.
Google si fa pagare per posizionare i siti
Anche qui un mito davvero ostico a morire, piuttosto radicato nelle menti soprattutto di certi clienti: poi certo, è vero che Google si fa pagare per andare in prima pagina ma ciò non ha NIENTE a che vedere con la SEO. Pagare per ottenere un posizionamento è un modo sbagliato di vedere la SEO che ha invece a che vedere con il posizionamento organico, ovvero quello naturalmente ottenibile su Google.
Sono stato colpito da un Google Update!!1
Per quanto possa sembrare lecita questa posizione, deve per forza intervenire nel computo il rasoio di Occam per eliminare il non necessario: non abbiamo modo di essere certi che un Google Update algoritmico possa aver colpito un sito o meno, per cui è molto meglio sospendere il giudizio e fare altro. Ovviamente per gli update manuali lo sappiamo, quando ci colpiscono, perchè vengono notificati dalla Search Console del sito, ma quando si tratta di update algoritmici tanto temuti va capito se il sito è conforme alle direttive ufficiali di Google: se non lo è e ci si ostina a non cambiare nulla, la SEO non vale neanche la pena di farla.
La SEO porta risultati dall’oggi al domani
Falso, ed è rarissimo che succeda come indicato: in genere le campagne SEO impiegano dai 6 ai 12 mesi per portare dei risultati ed andrebbero, pertanto, pianificate pazientemente solo in questi termini. Nel frattempo bisogna assumersi da bravi imprenditori il rischio dell’investimento e pazientare, soprattutto.
La velocità è un fattore di ranking (in realtà LO è SOLO IN PARTE)
In generale lo è, certamente, ma va capito SE e QUANDO ciò accada: come spiegato qui, ad esempio, la velocità del sito non può essere un fattore di gradimento al punto tale da non mostrare un contenuto più rilevante solo perché più lento di un altro.
Simone Capofiore Barlocchi – SEO specialist – Photo by Charles Deluvio on Unsplash
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