Intervista al comico, cabarettista e conduttore televisivo Beppe Braida

L’intervista della blogger, fotografa e critica d’arte Giulia Quaranta Provenzano a Beppe Braida. È possibile visionare il profilo IG del comico, cabarettista e conduttore televisivo italiano cliccando su https://instagram.com/beppebraida?igshid=MzRlODBiNWFlZA==         

Buongiorno e grazie della disponibilità! Lei è un comico, un cabarettista e un conduttore televisivo affermato [clicca qui https://it.m.wikipedia.org/wiki/Beppe_Braida, https://www.beppebraida.it/], dunque vorrei iniziare la nostra chiacchierata domandandole subito qual è il cosiddetto motore interiore che l’ha portata a intraprendere tale suo percorso professionale. “Buongiorno Giulia! Per fare il mio lavoro, ma anche nella vita più in generale, sono dell’idea che ci voglia passione… io ho sempre avuto una grande passione appunto per ciò faccio”.

Da piccolo a che cosa, forse, immaginava di dedicarsi una volta divenuto adulto e che bambino è stato? Attualmente, invece, come descriverebbe la sua personalità e quale colore vi assocerebbe metaforicamente? “Da piccolo, ho sempre desiderato di fare il comico e il conduttore. È un sogno, questo mio, che ho rincorso a partire già dagli anni della scuola elementare e che mi ha creato non pochi problemi perché ero un bimbo un tantino esuberante… in pratica, ero un casinista. Oggi la mia personalità la definirei solare e non è un caso che il giallo sia un colore che mi piace molto”.  

Nato a Torino, il 22 novembre 1963, quanto e in che modo sono stati e sono fonte d’ispirazione e determinanti per la sua carriera lavorativa l’ambiente geografico e sociale (compreso quello familiare)? Inoltre l’epoca in cui vive e altresì i primi input ricevuti durante l’infanzia che ruolo hanno nella sua quotidianità oggigiorno? “Ho iniziato il mio percorso professionale a Torino – ma la mia prima esibizione è stata a Genova, durante uno dei mille concorsi ai quali ho partecipato. La mia famiglia, avente il culto dello stipendio fisso, non vedeva di buon occhio la mia passione per ciò a cui oggi effettivamente mi dedico… e, non essendoci nessuno in essa che facesse quello che è il mio lavoro, sono stato considerato la pecora nera da tutti. La mia infanzia e l’epoca in cui vivo non hanno alcun punto in comune tra loro e proprio gli anni della mia infanzia raccontano di un’Italia distante anni luce da quella attuale”.      

Che cosa rappresenta per lei la comicità e lo spettacolo, nonché l’arte più in generale e quale ritiene che sia il loro principale pregio e potere? “L’arte in generale, per me, rappresenta un momento di crescita o di leggerezza… dipende dalla forma di espressione in questione. Una bella canzone può far sognare, facendoci ricordare un momento importante della nostra vita. I libri sui quali si è studiato possono aiutarci a crescere e a conoscere ad esempio la storia, la filosofia, la geografia, la poesia ecc.. Uno spettacolo comico può donare dei sorrisi, magari in un periodo non tanto positivo. L’arte è cioè il miglior antidoto contro la tristezza, perché regala emozioni”.

L’empatia, i ricordi e la costanza, la pianificazione e la progettualità, la sperimentazione e l’osare, la razionalità e l’istinto quanto e in quale maniera sono rilevanti nel suo iter di vita privata e professionalmente parlando? “Per me, sono validi solo due ingredienti ossia l’istinto e la costanza. Sono convinto che non si debba mai mollare e che non si debba nemmeno mai darsi per sconfitti”.   

È del parere che esista il bello universale e, qualora la sua risposta sia negativa, si è mai interrogato su com’è fattibile spiegare il fatto che alcune opere e altresì talune persone siano pressoché unanimemente – in tutti i tempi e in tutti i luoghi – considerate dei cosiddetti “capolavori”? “Noi esseri umani facciamo parte dell’universo che, a mio avviso, già di suo è qualcosa di immensamente bello. Sulla Terra ci sono inoltre alcune persone speciali che hanno contribuito a cambiare il mondo attraverso le loro lotte, i loro sacrifici e le loro opere… chi ha avuto la fortuna di incontrarle, ha sicuramente compiuto un passo importante nella propria evoluzione”. 

Quanto le sembra che sia importante – soprattutto nella carriera di un personaggio pubblico – l’immagine? Pensa che essa, l’immagine appunto, possa e debba veicolare efficacemente significati emozionali e intellettivi, d’impegno verso un qual certo “quid”, psicologici a riguardo di sé e di coloro con i quali ci si interfaccia e che ne sia un indicatore di verità? “Io penso che l’immagine sia importante fino a un certo punto. Quello che noto, oggi, è che pressoché tutti curano l’apparenza… tralasciando completamente la sostanza”.

A suo dire in che rapporto stanno libertà, resilienza e audacia? E in tutto ciò, benché io non voglia indurla ad alcuna preconfezionata categorizzazione riduttiva e ingabbiante, dal suo punto di vista, che cos’è e come riconosce l’Amore (sia esso amor proprio, per altre persone e animali, per idee e ideali, per situazioni, luoghi, attività e molto altro ancora)? A maggio di quest’anno, ho presentato il mio primo romanzo dal titolo “COME DUE AQUILONI”… tratta proprio di amore e soprattutto della paura di amare, quando non si ha il coraggio di compiere certe scelte. L’amore, a mio parere, è il motore dell’anima e – in ogni cosa che viviamo – dovremmo operare nientemeno che con amore. Senza amore si è sterili”.

Quale ritiene che sia la sua peculiarità davanti alla macchina da presa, così come sul palcoscenico, e quale suppone che siano le caratteristiche più apprezzate da coloro con i quali lavora e dal suo pubblico? C’è inoltre qualche suo/a collega che stima particolarmente e con cui vorrebbe avviare qualche progetto? “Credo che la mia caratteristica principiale sia la spontaneità, sia in tv che dal vivo… il pubblico non è scemo, capisce se sei vero o se sei finto. Un collega che stimo e che adoro – farei di tutto pur di lavorare con lui! – è Carlo Verdone”.

Attualmente, parteciperebbe volentieri a un reality? “Ho preso parte a L’ISOLA DEI FAMOSI nel 2021, in piena pandemia… e non credo che tale reality sia il programma più indicato per un comico-intrattenitore. Prenderei parte molto volentieri, invece, a PECHINO EXPRESS”. 

Crede che esista il destino e, eventualmente, secondo quali termini? “Sì, credo nel destino e che ognuno di noi abbia una strada segnata – per alcune persone è più impervia, per altre più facile. Sono convinto che noi veniamo al mondo e che viviamo su questa Terra per imparare a evolvere (e ciò anche quando, per farlo, dobbiamo compiere percorsi pieni di ostacoli)”.

Infine, prima di salutarci, vuole condividere con noi se ha delle novità in cantiere a stretto giro e alcuni obiettivi a più lungo termine? “Questo 27 ottobre, debutta – a Milano, al Teatro Guanella – PIANO B, il nuovo spettacolo scritto da me e da Raffaele Skizzo Bruscella… poi, per chi lo vorrà, esso sarà fruibile in tutta Italia”.  

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