Intervista al cantante e cantautore Manuel Zamagni

L’intervista della blogger, fotografa e critica d’arte Giulia Quaranta Provenzano al cantante e cantautore Manuel Zamagni, del quale è possibile visionare il profilo IG cliccando su https://instagram.com/manuzamagni?igshid=MzRlODBiNWFlZA==          

Buongiorno! Le domando subito qual è il cosiddetto motore interiore – quel qualcosa e chissà se anche quel qualcuno – che l’ha portata a intraprendere il suo viaggio quale musica. “Buongiorno Giulia! Sono, da sempre, un ragazzo timido e introverso… fin dalle mie prime esperienze, ho trovato nel canto una valvola di sfogo incredibile. Attraverso la musica riesco a manifestare emozioni, sensazioni e disagi come non sarei mai riuscito a fare invece altrimenti. Durante le scuole medie, dal mio insegnate di musica ho attinto una grande ispirazione – lui è subito riuscito a incoraggiare e incanalare la mia vena artistica”.

Da piccolo a che cosa, forse, immaginava di dedicarsi una volta divenuto adulto e che bambino è stato? Attualmente, invece, come descriverebbe la sua personalità e quale colore vi assocerebbe metaforicamente? “Già da bambino, avevo le idee chiare… ossia da grande volevo fare il cantante! Sono sempre stato un sognatore e lo sono tuttora, nondimeno con un obiettivo concreto ben stampato in mente e ciò è stato proprio quanto mi ha spinto a non mollare mai – nonostante tutti gli ostacoli che ho dovuto affrontare lungo il mio percorso. Sono un ragazzo molto empatico ed entro parecchio in sintonia con le altre persone, cerco di capirle. Credo, inoltre, tanto nel valore dell’amicizia. Il colore che più mi sento di associare alla mia personalità è il verde smeraldo, che dà speranza e trasmette armonia e positività. Il verde, poi, lo associo al cambiamento… se il rosso mi “blocca”, il verde mi infonde senso un qual certo senso di libertà (<<Vai, sei pronto: spicca il volo…>>)”. 

Quanto e in che modo sono stati e sono fonte d’ispirazione e determinanti per la sua artisticità l’ambiente geografico e sociale (compreso quello familiare) e l’epoca in cui vive, ma altresì i primi input ricevuti durante l’infanzia? “Sono cresciuto a Longiano, un piccolo paese nella provincia di Forlì-Cesena e ciò non aiuta se si sceglie di intraprendere quello che è il mio mestiere. D’altro canto, nel 2023, i canali di comunicazione sono notevolmente estesi… grazie ai social. L’epoca in cui ci troviamo, ha portato a una maggiore superficialità – rispetto al passato – nell’ambiente musicale tant’è che attualmente si tende a valutare più il “personaggio” che la musica che un cantante propone. La mia famiglia è sempre stato il mio più grande sostegno… nessuno mi ha mai forzato in nulla ma, non appena ho manifestato i primi segnali di avvicinamento alla musica, i miei genitori non hanno esitato a incoraggiare la mia passione e questo persino nei momenti di maggiore difficoltà economica”. 

Che cosa rappresenta per lei il canto, la scrittura e l’arte più in generale e quale ritiene che sia il loro principale pregio e potere? “Il canto è la mia ragione di vita, rappresenta la libertà per me… mi permette di esprimere la mia anima. Quello che riesco a scrivere e a cantare, probabilmente non riuscirei mai a dirlo in altro modo. La musica, a mio avviso, ha il potere di creare e di comunicare emozioni come nessun’altra cosa al mondo riesce a fare”. 

I ricordi e la costanza, la pianificazione e la progettualità, la sperimentazione e l’osare, la razionalità e l’istinto quanto e in quale maniera sono rilevanti nel suo percorso di vita privata e nel suo iter professionale? “Mi reputo una persona molto razionale e riflessiva, anche se mi rendo conto che – a volte – ciò può essere un po’ un limite. Seguire l’istinto e agire più “di pancia”, può portare a sperimentare di più rispetto all’essere razionali ma essere istintivo è una qualcosa in cui ancora difetto. Ricordare il passato mi aiuta a comprendere e ad apprezzare il punto al quale sono arrivato oggi, nonostante le mille difficoltà che ho dovuto affrontare. Lla costanza è il motivo per cui sono ancora qui nonostante tutto”.    

In che cosa identifica la bellezza ed è del parere che esista il bello universale? “A mio parere, il Bello non esiste… la bellezza la si identifica, a seconda di ogni cosa in questione, diversamente. Oggi si è abituati a dei canoni di bellezza standardizzati, tant’è che proprio una determinata bellezza ci viene imposta ma non è tale per nostra scelta. Per me, è tutto molto soggettivo… e, appunto nella parola bellezza, l’oggettività non c’è – infatti altresì il più grande capolavoro conta una minima parte di persone che non concordano sulla sua beltà”.  

Quanto le sembra che sia importante – soprattutto nella carriera di un personaggio pubblico – l’immagine? “Ad oggi, l’immagine (soprattutto per un personaggio pubblico) conta molto… purtroppo. Essa può veicolare un messaggio, che non deve necessariamente essere universale… sta nell’osservatore comprenderlo e interpretarlo in base alla propria esperienza e alla propria sensibilità. Una frase che dico sempre e che penso mi rappresenti è che la libertà di essere veramente se stessi dovrebbe far parte di ognuno di noi… dobbiamo solo impegnarci a trovare la via giusta, senza permettere mai a nessuno di dirci chi dovremmo – per l’appunto – essere”.         

A suo dire in che rapporto stanno libertà, resilienza e audacia? E in tutto ciò, benché io non voglia indurla ad alcuna preconfezionata categorizzazione riduttiva e ingabbiante, dal suo punto di vista, cos’è e come riconosce l’Amore (sia esso amor proprio, per altre persone e animali, per idee e ideali, per situazioni, luoghi, attività e molto altro ancora)? Penso che l’amore sia un sentimento complesso e dalle mille sfaccettature e che spesso venga, erroneamente, categorizzato e ingabbiato nella semplice accezione di amore romantico. L’amore è il motore del mondo… e, anche quando fa male, porta comunque a un moto e a un cambiamento che ci rende – di volta in volta – persone diverse”.  

Quali sono i tratti esteriori e interiori che, di solito, la fanno innamorare? “Sono molto esteta, il primo impatto è quello esteriore. Solitamente ciò che mi colpisce di più di una persona è il suo sorriso, o il colore degli occhi. Mi innamoro di chi sa trasmettermi un certo senso di sicurezza e serenità. L’amore non può essere studiato o sperimentato, esso è una cosa completamente libera e naturale”.

Qual è il suo parere inerentemente le potenzialità dei social network e il loro utilizzo – e sui possibili motivi del fatto che, nella nostra odierna epoca, si sta assistendo sempre più a un proliferare di aspiranti “influencer”? “I social sono uno strumento molto potente ma, al contempo, sono pure pericolosi. Sono utili in tanti ambiti professionali, soprattutto lo sono (utili) nel campo musicale. Ho idea che ognuno di noi, a modo proprio, possa essere un influencer… tutti abbiamo qualcosa da raccontare e da insegnare, sta sempre al pubblico apprendere o meno i valori che vengono veicolati”. 

Pensa che esista il destino e, eventualmente, secondo quali termini? “Il destino esiste, ne sono convinto… ogni cosa ha un proprio giusto momento. A volte, mi è capitato di vedere le altre persone ottenere risultati e io invece sentirmi sempre fermo nello stesso punto… ma non ho mai dubito che, pian piano, i risultati sarebbero iniziati ad arrivare. Proprio il destino è una macchina impeccabile, che comunica il suo volere attraverso tanti piccoli segnali – bisogna solo saperli cogliere”.  

Infine, prima di salutarci, vuole condividere con noi se ha delle novità in cantiere a stretto giro e alcuni progetti a più lungo termine? “Attualmente sto lavorando al mio primo EP, nel quale raccoglierò 4/5 dei brani che ho scritto lungo il corso degli anni ma che non ho mai pubblicato, più un nuovo inedito… spero di riuscire a farlo uscire in primavera. Sto altresì portando, nelle piazze e nei locali, lo spettacolo della mia band… ovvero i MAMA Cover Party Band. È, il nostro, un viaggio dalla disco degli Anni ‘70 fino ad arrivare alla musica commerciale più moderna. Sono molto orgoglioso pure della mia collaborazione con i Moka Club, band storica della mia zona. Ti ringrazio molto, Giulia, per questa intervista e per la tua attenzione nonché per il tempo che mi hai dedicato – è stato un vero piacere!”.   

 

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