E nel frattempo rileggo Bakunin.
Ho scelto consapevolmente di non andare a votare al referendum per il taglio dei parlamentari, e vorrei esporre le ragioni che mi hanno portato a questa scelta. In breve: secondo me la questione non è posta in modo corretto, ed il fatto che non ci sia il quorum conferma la tendenza a buttarla “in caciara” da parte dei 5 Stelle nonchè crea un pericoloso precedente di potenziale “oclocrazia“.
Sono un amante fanatico della libertà, la considero l’unica condizione nella quale l’intelligenza, la dignità e la felicità umana possano svilupparsi e crescere (La libertà degli uguali, Michail Bakunin, ed. Eleuthera)
Se vince il NO, non cambia nulla e permane lo status quo. Se invece dovesse vincere il Sì verrebbe confermata la riforma costituzionale degli articoli 56, 57 e 59, il che comporta il taglio di 115 senatori e 230 deputati con la conseguente modifica della rappresentanza democratica, ovviamente a partire dalle prossime elezioni.
E prima che qualcuno mi dia del professorone, oclocrazia significa:
Predominio politico delle masse, che fanno valere le proprie istanze con agitazioni di piazza imponendosi sul potere legittimo e sulla legge stessa; secondo Polibio, in cui appare per la prima volta il termine, una forma degenerata della democrazia.
L’oclocrazia è uno dei principi e potenzialità politiche che in assoluto più mi ripugna: quando facevo politica più o meno attiva, era fonte di discussioni infinite. La democrazia è un conto, ma non è un totem da adorare in modo incondizionato: la gente è manipolabile, e può essere spinta a fare cose che in realtà non vuole davvero. In più occasioni certi politicanti sono arrivati a darmi addirittura del fascista per aver espresso questo parere (a me l’oclocrazia fa davvero schifo), ma su questo sono irremovibile: per me le decisioni dettate dalla maggioranza, specialmente se sulla scia di ragionamenti di pancia (come il “teorema” promosso dai cinque stelle, che da’ per buono che tagliare il numero di parlamentari sia una buona cosa, a prescindere da qualsiasi contesto, cosa che per me è una cazzata abnorme).
Il senso del mio discorso è che sia un contentino perchè i Cinque Stelle possano farsi un po’ di propaganda e dire a tutti “avete visto come siamo bravi, abbiamo tagliato la Kasta!!!!1“. Ma il problema politico in Italia non si risolve così, soprattutto se non ci liberiamo della malsana tendenza di votare gente egoista ed imbecille. Ed è per questo che io promuovo l’astensione, a maggior ragione del fatto che la questione è malposta e non c’è quorum, il che dovrebbe spingermi a votare NO (cosa che volevo fare all’inizio, per la verità) e che adesso, pero’, mi ripugna: questa non è democrazia, non è la “ggente” che decide, è solo (e lo scrivo in nome della libertà di pensiero che apparentemente piace a qualsiasi forza politica italiana) una parodia di democrazia.
Non votare, non delegare: di solito per i referendum questa cosa non si applica, lo so bene. Ma faccio un’eccezione: non può essere sempre e solo una questione di numero. Riducendo il numero di parlamentari non facciamo altro se non ridurre il numero di parlamentari, ed è da ingenui pensare che automaticamente/magicamente la classe politica sarà composta da illuminati (senza contare che le rappresentanze regionali si ridurranno per le regioni meno agiate, producendo un effetto collaterale che secondo me i promotori del referendum stanno sottovalutando).
Ovviamente, ci sarà un responso: vincerà il sì, vincerà il no. Avrebbe dovuto vincere il forse, per me. E il punto rimane: vogliamo davvero giocare (si fa per dire) a questo gioco (si fa per dire al quadrato), a queste condizioni?
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